domenica 18 gennaio 2009
Un interessante articolo di Maurizio Martina, segretario regionale della Lombardia del PD sull'aereoporto di Malpensa
La vicenda di Malpensa e della nuova Alitalia, con le sue implicazioni per Milano e la Lombardia, merita di essere giudicata con attenzione soprattutto dai cittadini. Rappresenta probabilmente l’emblema delle debolezze di questo paese, ma questa volta a partire proprio dal “grande” nord. Nemmeno un anno fa, verso la prima ipotesi di accordo Alitalia-AirFrance, si è giocata contro il governo di centrosinistra una parte importante della campagna elettorale che portò alla vittoria di Silvio Berlusconi. Per settimane dai Palazzi più importanti di Milano e dalle Istituzioni lombarde, decine di autorevoli esponenti del centrodestra lanciarono i loro strali contro qualsiasi accordo con la compagnia d’oltralpe. La Lega Nord, fiutando il vento elettorale, pensò bene di organizzare anche un presidio direttamente in aeroporto, con tanto di slogan contro “AliRoma”. Si mosse una parte della politica. Ma si mossero anche settori dell’economia, dell’industria, della finanza locale e qualificati opinionisti. Non è passato nemmeno un anno da tutto questo e oggi ci troviamo ad assistere ad una scena che molti, non ha torto, definirebbero tragicomica se non avesse pesanti ripercussioni per centinaia di lavoratori e famiglie. La nuova Alitalia sta per siglare l’accordo proprio con AirFrance a condizioni decisamente peggiori, sul piano dei costi e sulle strategie di sviluppo per Milano, di quelle della prima ipotesi. Per difendere il totem dell’italianità sono stati usati, in un momento di grave crisi, ben 4 miliardi di euro presi dalle tasche dei cittadini e qualsiasi logica concorrenziale è stata sospesa. La nuova compagnia ridurrà ulteriormente il proprio impegno su Malpensa; basta rilevare che ad oggi prevede tre soli voli intercontinentali. Tutto questo accade senza che chi si unì al coro dello scandalo un anno fa, a partire da tanti imprenditori e uomini della finanza, batta ciglio. Le recenti dichiarazione del Sindaco Moratti oggettivamente non bastano mentre merita sicuramente una citazione l’On. Roberto Castelli che continua a parlare della vicenda come se fosse appena sbarcato da Marte, dimenticando di essere, proprio lui, l’unico Sottosegretario lombardo alle Infrastrutture. Questo è quello che abbiamo visto nelle giornate scorse e immaginiamo possa bastare ai cittadini per farsi una opinione sui comportamenti dei diversi attori coinvolti. Ma ora cosa si può fare per il futuro di Malpensa? Noi vogliamo tenere fede al ragionamento che abbiamo sempre fatto, ieri con il centrosinistra al governo ed oggi con il centrodestra: bisogna separare il destino di Malpensa da quello della compagnia della Magliana. Non basta sperare in Lufthansa. Bisogna agire subito per garantire alla compagnia tedesca, così come ad altri vettori internazionali, di potersi misurare ad armi pari con lo sviluppo del nostro scalo più importante. E per farlo diventa decisiva la battaglia sulla rapida riassegnazione degli slot che non verranno utilizzati da Alitalia e sui nuovi accordi per liberalizzare i diritto di volo. Non lo diciamo da oggi, lo proponiamo da mesi. L’On. Castelli e gli altri hanno intenzione di aspettare ancora o intendono muoversi su questo punto cruciale? Purtroppo non è ancora chiaro. Rimane il fatto che a noi lombardi questa vicenda dovrebbe insegnare alcune cose: non sempre, in politica, chi urla per la difesa degli interessi del territorio che dice di voler rappresentare poi agisce di conseguenza. E non sempre, in economia, chi si fa paladino a parole della concorrenza e del mercato è pronto a comportarsi di conseguenza quando dovrebbe. Questa volta però non succede solo a Roma. Questa volta accade anche a Milano. Maurizio Martina
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