martedì 9 agosto 2022

COMUNICATO STAMPA

 INTERVENTI SULLE COLOSSALI OPERE COMPIUTE E IN PREVISIONE, STADIO E CITTADELLA DELLO SPORT. 

NOI CONTINUIAMO A PENSARLA DIVERSAMENTE

La perplessità che ci accompagna, nota fin dal nostro comunicato risalente a luglio 2020, è dovuta alle ingenti somme di denaro che vengono destinate ad opere nate già sovradimensionate (oltre 40 anni fa) per la nostra realtà territoriale. Ora, a quanto pare, diventeranno delle fantastiche strutture che costeranno però, non solo in termini di costi iniziali, ma anche in future manutenzioni, ammodernamenti e adeguamenti, con cifre altrettanto impegnative a carico della collettività.

Le finalità per le quali viene messa in cantiere la maggior parte delle opere di adeguamento dello Stadio Tognon, non sono quelle generiche di aiutare lo sport dilettantistico giovanile, motivo sostanzialmente condivisibile per un utilizzo di fondi pubblici, bensì quelle di sostenere la squadra dei professionisti del Pordenone Calcio.

Non è neppure un problema di “campanile” perché sarebbe anche logico poter condividere una struttura a meno di 10 km di distanza. Ciò che non è condivisibile è l’uso apparentemente “ovvio” di fondi pubblici, anche se provenienti da stanziamenti diversi, regionali, comunali, PNRR o altro per sostenere le necessità di una squadra professionistica. 

A rincarare la dose, apprendiamo in questi giorni dalla stampa locale, che riporta dichiarazioni autorevoli dell’amministrazione pordenonese, che un “impianto pordenonese vero e proprio”, sognato da decenni dai tifosi nero-verdi, verrà realizzato in zona confinante tra il Comune di Pordenone e Roveredo in Piano, sull’area cosiddetta “Paradiso”.

Seppur sulla base di queste semplici anticipazioni, sorgono spontanee alcune domande e riflessioni:

-        Che logica possono mai avere DUE STADI di calcio, entrambi adeguati ai campionati di livello nazionale, a meno di 10 km. uno dall’altro ?

-        Con quali fondi verrà eventualmente finanziato lo stadio di Pordenone ? Con i fondi di privati, con un partenariato privato-pubblico o ancora con fondi solamente pubblici ?

-        Consumare e cementificare ancora suolo per permettere di fare sport nel “proprio” territorio comunale può avere un senso di “sostenibilità” per una città di 50.000 abitanti ?

-        Se il Pordenone avrà il proprio stadio, chi dovrà poi occuparsi della futura manutenzione del campo O. Tognon di Fontanafredda, ormai sovradimensionato? Il solo Comune di Fontanafredda o ci sarà il contributo di altri? 

Da qualsiasi angolazione si guardi a questo problema, come pure all’altro dello spostamento dei campi da tennis nella cosiddetta “Cittadella dello Sport” solo perché si sono ottenuti fondi regionali che potrebbero permettere di convertire in “cassa” gli attuali terreni di proprietà su cui ora quei campi sono allocati, ci si deve porre il problema di COME e PERCHE’ vengono spesi i soldi pubblici.

In ambito Sanitario, i 15 km. che separano Sacile da Pordenone hanno giustificato la “razionalizzazione” e la conseguente chiusura della struttura ospedaliera liventina. Siamo a corto di strutture come le RSA per i nostri anziani, gli asili nido sono più “graditi” se privati, le case di risposo si commissionano favorevolmente agli imprenditori che ne fanno un fiorente settore, la nostra sanità pubblica regionale, ormai al collasso nel pordenonese, sta dirottando molta “utenza” ai vari “poliambulatori” (che peraltro convenziona e sostiene in gran parte con propri fondi) oppure direttamente fuori regione (a vantaggio delle altre amministrazioni) mentre la nostra politica pare non discostarsi sostanzialmente dal vecchio principio degli antichi romani che al popolo bastava dare “panem et circenses”.

Mentre siamo su questo Titanic distratti dalle feste danzanti, lì fuori ci sono molti icerbergs che ci attendono, quello energetico ed ambientale, quello economico e sociale con debito pubblico alle stelle, quello sanitario ed il tutto entro la cornice di una guerra in piena Europa e di un rischio nucleare alle porte, che vorremmo tanto poter evitare.

Entro questo scenario in cui siamo purtroppo immersi, è evidente che le priorità e le necessità della gente comune sono altre dagli stadi. Servirebbero varie e serie politiche a medio lungo termine su molti fronti che invece non trovano mai i soldi per farsi finanziare.

Riteniamo che compito di tutte le Amministrazioni pubbliche sia quello di vagliare in maniera più realistica la ricerca e la messa a disposizione dei fondi disponibili a livello sovra-comunale, portando “a casa” quello che può essere veramente essere investito in termini di crescita del capitale umano presente nel territorio, ovvero tali da poter essere impiegati per soddisfare gli emergenti bisogni primari della gran parte dei cittadini.