sabato 25 aprile 2009

Il PD è vivo e cresce intorno a noi.


Guardandosi intorno si scopre un PD che cresce, che ha idee da mettere in movimento, che ha una idea di società da contraporre a quella della destra. Marta Meo, fa parte della segreteria regionale veneta e cliccando qui trovate l'intervista rilasciata all' Unita.


martedì 21 aprile 2009

Nuovi leader

Andrea Romano ha scritto questo articolo sul Riformista. Lui dice che il nuovo leader del PD l'ha visto a Piombino.........speriamo!

Civati, i piombini, e il futuro del PD

Giuseppe Civati, è un giovane consigliere regionale della Lombardia. Una promessa e una speranza del PD. Vi invito a leggere il suo BLOG. Intanto godetevi questi suoi commenti all'incontro di Piombino.

L'era solare (altri piombini)
Mentre D'Alema "era glaciale" alla trasmissione di Daria Bignardi, cinquanta democratici quasi anonimi si ritrovavano a Piombino. Nonostante il tempo pessimo e qualche rovescio (non solo elettorale), il
clima era ottimo, disteso, propositivo. Venerdì ci siamo presentati gli uni con gli altri, sabato abbiamo discusso tutto il giorno, oggi abbiamo tirato le somme di un lavoro che è solo all'inizio, alla ricerca di un Pd che finalmente ci sia, perché per ora c'è stato poco e si è perso parecchio per strada. Più domande che risposte, più appunti che conclusioni: il percorso è molto lungo e complicato e non abbiamo la presunzione di avere tutte le soluzioni in tasca. Sappiamo, però, di avere un punto di vista molto diverso da altri non solo e non tanto sul partito, ma soprattutto sulla politica e sulle sue modalità di relazione con i cittadini. Sulle questioni della contemporaneità e sulla battaglia culturale da aprire contro il berlusconismo imperante. Sulla necessità di rompere lo schema e di cambiare registro, quello stesso registro frequentato da anni (per me, da sempre) dai soliti protagonisti. Non ricambio generazionale, dunque, ma ricambio politico e massima apertura al confronto e alla discussione. Senza correnti, senza pregiudizi: a Piombino erano invitati i contestatori e i protestatari, ma anche i membri della segreteria nazionale. E sembrava quasi di stare in quel Pd che ci hanno raccontato e che poi non abbiamo quasi mai visto tradotto in pratica. Sono stati giorni intensi, e un post non è sufficiente per darne una descrizione fedele e per documentare il lavoro che è stato fatto. Per ora vi basti sapere che, per un attimo, abbiamo pensato che il periodo della lunga glaciazione stesse per concludersi. E che qualcosa di nuovo, di più caldo e solare, si affacci all'orizzonte. (segue)


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Ho visto 'cose' (piombini approfonditi)
Io ne ho viste di cose che voi democratici non potreste immaginarvi. Ho visto correnti in fiamme al largo dei bastioni di Piombino. E ho visto i raggi B (nel senso che sapete) balenare nel buio vicino alle porte del Borgo degli Olivi (così si chiamava la struttura che ci ospitava). E tutti quei momenti non andranno perduti, anche se pioveva. E', insomma, tempo di partire. E, come in quel monologo (che era improvvisato, come sanno gli esperti), tutto è successo senza che vi fosse predeterminazione. Ho visto persone che non si conoscevano discutere liberamente. Ho visto amici e compagni parlare dei problemi del Paese (prima ancora che di quelli del Pd), partendo dalle domande e non dalle risposte già frequentate in passato. Ho visto una generazione fare politica in modo molto maturo (altro che gggiovani), partendo prima di tutto dai propri limiti. Responsabilizzati e seri, ossessionati dall'apertura di questo piccolo gruppo, preoccupati dai doveri di rappresentanza, consci di una sovraesposizione mediatica che, a volte, fa più male che bene. Ho visto proposte concrete e dettagliate, ma solo abbozzate e da precisare con il contributo delle tante persone che, come noi, si aspettano qualcosa. A Epinay, Mitterand aveva adottato lo slogan: «Cambiare la vita». A noi, quelli di Piombino, basterebbe cambiare (un po') la politica italiana. Non per arrivare a Roma, ma per dare qualche risposta a Monza e a Udine, a Firenze e a Rimini, a Ravenna e a Genova. Perché il nostro arrivismo, di cui tanti ci accusano, è soltanto quello di voler vedere arrivare il Pd da qualche parte, in un percorso che lo porti, se è possibile, ad incontrare la società italiana. Piombino è stato un 'luogo', ora quel luogo si chiama congresso. E lo vogliamo celebrare a ottobre (parlo dell'ottobre di quest'anno e spero sia chiaro a tutti). Il mese più indicato per pensare a una (piccola) rivoluzione.




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La nuova classe dirigente. Una nota di Debora Serracchiani candidata PD alle elezioni europee

Scelgo di non parlare della tragedia che ha colpito l'Abruzzo; scelgo di non spettacolarizzare il dolore. Cerco di pensare a quelle genti, senza usarle. E' per questo che decido di parlare di un argomento “freddo”. Di un argomento importante, ma costantemente e scientemente sottovalutato.Cosa facciamo per formare la nostra classe dirigente? Io ero uno di quegli studenti che non avevano le idee chiare, che non pensavano alla propria formazione come al proprio futuro. Sono stata fortunata, ma non è per tutti così e comunque la formazione non dovrebbe essere una questione di fortuna, mai. La classe dirigente rappresenta la società di cui è l'espressione. La società in cui viviamo è, non sono io a dirlo, una società in crisi. Quindi anche l'attuale dirigenza è il prodotto di una società in crisi, che non si rinnova, si chiude in sé stessa, si atrofizza, che non ha interesse a rifondare la società a cui appartiene. La costruzione di una nuova società non può che essere affidata a nuovi dirigenti che superino l'immobilismo e che puntino alla società dello sviluppo. Oggi la mia generazione e quella che viene dopo di me ha bisogno di una classe dirigente che sia in grado di rispondere alle sfide lanciate dalla globalizzazione, dalla recessione, dai cambiamenti climatici, dagli enormi flussi migratori che ci stanno investendo. La Strategia di Lisbona nel 2000 chiedeva agli Stati membri dell'UE di arrivare ad investire per i successivi 10 anni fino al 3% del PIL in ricerca, innovazione e coesione sociale. Gli Stati che l'hanno fatto (la Svezia ad esempio) hanno visto lievitare i loro tassi di crescita. E l'Italia? Nel 2009 prevede di investire circa lo 0,9% del PIL e nel frattempo “rifonda” la scuola tagliando professori e classi. La missione della politica oggi dovrebbe essere quella di garantire che si possano crescere dei dirigenti capaci e culturalmente pronti ad accettare le sfide del nostro tempo. Ma è la politica la prima a non crederci. La mancata formazione fatta dai partiti entrati in crisi ha creato un buco generazionale. I dirigenti di oggi sono i “giovani” del 1980. E poi? Poco o niente. Non è più tempo di non crederci.

domenica 19 aprile 2009

Le scelte del Ponte

Tanti auguri ragazzi!!!!!

Dal Gazzettino del 19 aprile
(ri.sa.) «La scelta di sostenere Baviera? Semplice. È stato l’unico ad averci chiesto una mano. La decisione non è però stata scontata, e non ha avuto niente a che vedere con la richieste di poltrone. Anzi. Proprio il Ponte ha chiesto che qualsiasi scelta in merito al vicesindaco venga presa dopo le elezioni e che spetti alla lista che ha preso più voti. Noi con le altre liste ci siamo incontrati sin da ottobre per parlare e confrontarci sui programmi. Ci sono stati scontri, accordi, ma alla fine la mediazione è sempre stata possibile. Ciò perché le prove di dialogo noi le abbiamo prima e non dopo». Così Carlo Bolzonello nel corso della presentazione della lista Il Ponte davanti ad oltre un centinaio di persone al Centro per anziani. A dare il via alla serata era stata la consigliere Monica Pelloia che ha ricordato la storia del Ponte, dalla sua nascita, avvenuta dalle ceneri del movimento Risorgive in vista delle elezioni del 2005. «Siamo una lista civica che sostiene la partecipazione diffusa, la trasparenza, il sostegno alle famiglie, la difesa dell’ambiente e del territorio. Nessuno ha tessere di partito, ma tutti la volontà di rinnovamento. In questi anni abbiamo proposto diverse iniziative a cominciare dal corso per conoscere meglio il comune, a quello per la conoscenza degli strumenti urbanistici». Bolzonello invece ha ricordato le numerose battaglie fatte in consiglio comunale, a cominciare da quella contro gli sprechi, quelle sugli asili nido, scuola e mensa scolastica che sono state le basi per l’apertura del recente asilo nido e per la riappropriazione dell’immobile che ospita la D’Annunzio. Non sono mancate battute, come la contentezza per l’uscita dal consiglio di Loris Moro, né dure accuse all’ex assessore Gianfranco Silverii: «Il settore sociale è un disastro. Noi pensiamo di avere le carte in regola per impegnarci a fondo». Tra gli altri obiettivi lo sportello energia, l’acquisizione dell’immobile Alle Forcate, una soluzione graduale per le tariffe dell’acqua e naturalmente la sala polifunzionale in centro a Fontanafredda.

giovedì 16 aprile 2009

Le scelte delPD

Il Gazzettino: Venerdì 10 Aprile 2009,
Fontanafredda (ri.sa.) Lunga la seduta del Partito democratico che mercoledì sera ha ripreso i lavori sospesi una settimana fa a causa del malore capitato a Sandro Anese, le cui condizioni sono in lieve miglioramento. Il verdetto dell’assemblea, arrivato dopo l’una di notte, ha chiaramente individuato in Loris Saldan il candidato a sindaco del Partito democratico, cui è stato dato il mandato di verificare in modo ufficiale alleanze e sostegni. A supporto della sua candidatura hanno votato 32 persone, contrarie 2, una invece si è astenuta. Loris Saldan cercherà nelle prossime settimane di tessere le fila di un discorso iniziato ormai da mesi, ma solo ora ufficializzato da una votazione con mandato specifico da parte dell’assemblea del Pd di Fontanafredda, tanto che, più d’uno degli iscritti, aveva sollevato critiche sulla metodologia sin qui seguita. Virginio Saccon, segretario del locale circolo, conferma quanto detto in precedenza: «La scelta è stata presa non come critica nei confronti di Peruch, ma dettata dal fatto che il Pd a Fontanafredda gode di un certo seguito e che per questo era necessario esprimere una nostra candidatura». Loris Saldan nei prossimi giorni si incontrerà con Pier Luigi Giol, suo attuale alleato in consiglio comunale, per riproporre l’alleanza di cinque anni fa cui si aggiungerebbe una lista civica. «Le porte sono aperte a tutti – spiega Saldan - e non mancherà il dialogo con nessuno, nemmeno con Claudio Peruch. Mi spiace solo che non sia passata la proposta iniziale, quella di candidare Claudio Miniutti». Critico Giovanni Spisa, che ha ribadito la possibile costituzione di una lista alternativa. «O andiamo con Peruch oppure era meglio candidare una faccia nuova, ho proposto anche una donna, per ricompattare il Pd. Così rischiamo solo di avere tre candidati, a tutto vantaggio di Baviera». Un fatto questo, su cui tutti sembrano concordare, da sinistra a destra. Baviera prosegue intanto il suo lavoro con le liste Pdl, Udc, Lega e Ponte per mettere a punto il programma. Tra i prossimi argomenti alcuni nodi importanti come il centro di Fontanafredda
Il provvedimento nei confronti di Vauro è gravissimo. Ai responsabili spero che si possa ampliare la cubatura del cervello anche solo del 10% in modo da far passare un po' d'aria. Sabina Guzzanti, 15 aprile

La Bossi tax.....ricade sugli italiani

ROMA - "La Lega avrebbe fatto cadere il governo". Il presidente del Consiglio, in visita sui luoghi del terremoto, rivela il retroscena della decisione presa ieri di non accorpare referendum sulla legge elettorale e elezioni europee, indicando la data del 21 giugno per la consultazione referendaria. Decisione che ha sollevato dure critiche da parte del presidente della Camera Gianfranco Fini e dell'opposizione. Il segretario del Pd Dario Franceschini ha definito la maggior spesa per il doppio appuntamento elettorale "la Bossi-tax". "Mi spiace che altri interpretano come una debolezza del presidente del Consiglio e del Pdl quella di avere ceduto a una precisa richiesta di un partito della maggioranza che, ove non fosse stata accolta, avrebbe fatto cadere il governo in un momento come questo: bisogna sapere scegliere, o una cosa o l'altra", ha detto Berlusconi. Decisione che, spiega, verrà confermata stasera dall'ufficio politico del Pdl. Berlusconi osserva inoltre, mentre è in visita in Abruzzo, che in un momento di crisi globale e mentre deve essere ricostruita un'intera provincia, "queste polemiche sono fuori luogo" e "non si poteva andare ad inseguire, facendo cadere la maggioranza", il progetto del bipartitismo che, comunque, ricorda, è nel programma politico. E contesta, infine, le stime sui risparmi derivanti dall'Election day: "Siamo lontanissimi dalle cifre di cui si era parlato, che comprendevano anche i costi dell'andare e tornare dal voto, quelli dell'eventuale assenza dal lavoro per chi avesse deciso di andare a votare il lunedì".
Un modesto risparmio si avrà comunque, conclude il premier, perché comunque "probabilmente decideremo nella prossima riunione di governo che il referendum sia abbinato ai ballottaggi". E sull'election day, ha infine ricordato il premier, "dal punto di vista costituzionale c'erano diverse perplessità". Una seconda perplessità, secondo Berlusconi, sarebbe dovuta anche al fatto che gli elettori in certe grandi città avrebbero avuto davanti "sette schede, tutti sistemi di voto diversi uno dall'altro. Qualcuno che avesse la mia età si sarebbe trovato in difficoltà". Ma l'opposizione non arretra sulla questione: "La Lega ha ottenuto ancora una volta un cedimento da parte di Berlusconi, cedimento che noi chiameremo 'Bossi-Tax', perché è una tassa che dovranno pagare tutti gli italiani", accusa il segretario del Pd, Dario Franceschini. "Quello che ha detto oggi Berlusconi conferma quello che noi andiamo dicendo da settimane. La Lega sul referendum ha ricattato il governo", ha detto Anna Finocchiaro, presidente del gruppo del Pd al Senato. "Hanno detto - continua la Finocchiaro- che c'erano problemi di incostituzionalità, che gli italiani non avrebbero capito e tante altre stupidaggini. La verità è una sola: che per motivazioni puramente politiche e per mantenere il patto con la Lega, Berlusconi e il suo governo sprecano centinaia di milioni che avrebbero fatto davvero comodo per rispondere all'emergenza del terremoto. Forse è il caso che il premier smetta di fare continue passerelle in Abruzzo: ai cittadini abruzzesi servono di più quei soldi che si potevano risparmiare che la sua presenza". "Il governo ha il dovere di riferire in aula su quanto accaduto dopo le affermazioni di Berlusconi, che ha reso esplicito il ricatto della Lega denunciato dall'Italia dei Valori e delle opposizioni. E' intollerabile che, in un periodo di grave crisi economica e con l'emergenza terremoto in corso, si sprechino 400 milioni di euro solo per un ricatto politico. La maggioranza è spaccata ed a questo punto è necessaria una verifica parlamentare", ha ribadito il capogruppo dell'Italia dei Valori alla Camera, Massimo Donadi. E il Pd a questo punto propone il rinvio del referendum: "L'ipotesi di rinviare di un anno il referendum sulla legge elettorale a questo punto appare la soluzione più saggia sia per evitare di far pagare agli italiani una bossi-tax di oltre 400 milioni di euro sia per consentire un supplemento di tempo per tentare di cambiare la legge elettorale in parlamento", dichiara in una nota Pierluigi Castagnetti. E del resto la Lega rifiuta la posizione di capro espiatorio per i maggiori costi delle doppie elezioni: "Abbiamo soltanto parlato dell'opportunità della data per il referendum e basta", ha detto il presidente federale del Carroccio, Angelo Alessandri. E il rischio crisi di cui ha parlato il premier Berlusconi? E' "la prima volta che sento una cosa del genere, non l'ha mai detta nessuno - ha replicato Alessandri -, forse Berlusconi vuole, politicamente, interpretare così la vicenda".

Repubblica 16 aprile 2008