lunedì 13 luglio 2009

Di Francesca Papais

Dal sito PD Pronviciale http://pdpn.it/index.php

Domenica 12 Luglio 2009 16:09
Il Partito Democratico della Provincia di Pordenone ritiene che chi ha u n ruolo istituzionale debba avere un comportamento responsabile come rappresentante dei suoi cittadini. Il comportamento del presidente del Consiglio regionale Edouard Ballaman lascia tutti noi nello sconcerto e nell’indignazione. Riteniamo che ci sia una confusione di fondo: Ballaman non è il segretario della Lega Nord, ma è e si deve comportare come Presidente del Consiglio, garantendo di adempiere al suo dovere nel rispetto del principio dell’imparzialità.
E' molto grave che un alto rappresentante delle Istituzioni regionali, che dovrebbe svolgere un ruolo super partes in rappresentanza di tutti i cittadini della nostra Regione, si permetta di compiere gesti così riprovevoli, che denunciano una versione falsa e pericolosamente revisionista della storia dell'emigrazione non solo italiana, ma anche friulana.
Ballaman , a cui sono estranei i più elementari termini della dialettica democratica quali “civile confronto”, “rispetto delle posizioni e convinzioni altrui” e “saper ascoltare”, deve compiere una scelta: o decide di fare il Presidente del Consiglio o si dimette e poi, come dirigente della Lega Nord, potrà dire liberamente e fare tutto quello che gli passa per la testa.

domenica 12 luglio 2009

La confusa riforma sanitaria di Kosic

Moretton, capogruppo PD
La pseudo riforma sanitaria portata in Consiglio da Kosic ma, subito dopo, modificata da Tondo, mette in luce una situazione preoccupante per le sorti del delicato comparto della sanità regionale e scopre pure i rapporti fra Tondo e il suo assessore Kosic, chiaramente non più idilliaci. Ciò emerge dalla palese contraddizione dell’azione politica impostata dalla Giunta Tondo che con la presentazione del Libro Verde, propedeutico alla fase preparatoria del futuro piano sanitario, della nuova pianificazione e organizzazione del servizio sanitario regionale, ha voluto avviare una fase di consultazione di tutti i portatori d’interesse sanitario per raccogliere idee, proposte e suggerimenti allo scopo di individuare la migliore sanità regionale. Ma, diversamente, di è tradotto in una beffa visto che tutto questo progetto di grandi aperture e condivisione, è stato cancellato con l’approvazione della mini riforma che prevede la cancellazione dell’Agenzia regionale della Sanità, le cui funzioni sono accorpate nella Direzione Centrale e l’abolizione del Centro Servizi Condivisi, funzioni trasferite ad altro ente regionale non ben definito. Il gruppo PD in consiglio regionale non ha mai condiviso il metodo che questa maggioranza ha affrontato il nodo sanità, proprio perché Tondo, oltre alle contraddizioni continue, non ha mai presentato un progetto complessivo che consentisse di dare davvero attuazione a un programma di riforme sanitarie. E ancora non si intravedono quali siano le vere riforme che si vogliono attuare né la volontà di farlo nella direzione di soddisfare le richieste dei cittadini, compatibilmente con la prospettiva finanziaria che vedrà nei prossimi anni, già dal 2010, una pesante riduzione delle entrate del bilancio regionale e di converso, l’aumento della spesa sanitaria. E proprio da questa prospettiva che nasce la nostra preoccupazione, per la quale intendiamo chiedere a Tondo la possibilità di condividere un piano che con lungimiranza sappia guardare al futuro e alla tutela di assistenza e salute per i nostri concittadini. D'altronde bisogna dire che il sistema sanitario regionale è sicuramente regredito per aver scelto di tornare alla organizzazione del sistema sanitario di venti anni fa e per aver eliminato il C.S.C. che in questi ultimi anni ha prodotto un risparmio negli acquisti sanitari di circa 35 milioni di euro. Emerge inoltre, che Kosic subisce una “riformetta” voluta da Tondo che lo vede limitato e ridimensionato nei suoi poteri di assessore alla sanità! Sono le debolezze e le incapacità di Tondo che mettono a rischio l'azione e i programmi dei suoi assessori, evidenziando una maggioranza che non dialoga e non decide con favore unanime ma subisce i diktat di Tondo.
Trieste, 11 luglio ’09