sabato 28 febbraio 2009

Un contributo di Maurizio Martina, segreteria nazionale del PD - tratto da Facebbok

Il Pd riparte dopo l'assemblea di sabato. In questi giorni non è stato semplice ragionare sul da farsi. La situazione era (ed è) assai complitata. Ammiro chi ha avuto granitiche certezze. Nelle ore immediatamente successive alle dimissioni di Veltroni l'approdo alle primarie in tempi rapidi mi sembrava la scelta più giusta. Riconsegnare alla nostra gente la possibilità di scegliere appariva la decisione più utile per rianimare il progetto sfiancato dalle polemiche e dal disorientamento. Poi mi sono chiesto se i diversi nodi politici che abbiamo sul tavolo dentro il Pd potevano essere davvero sciolti in poco più di un mese con delle primarie magari tutte giocate sullo scontro personale. Mi sono chiesto se - al di là delle dichirazione dei nostri vertici nazionali - non ci fosse davvero il rischio di una "primaria-scorciatoia" di fronte alle difficoltà di identità e cultura politica che il Pd sta attraversando. Insomma, penso come altri che noi abbiamo bisogno di un congresso vero, non solo di una primaria. In ogni caso avrei preferito tempi e metodi diversi per l'assemblea di ieri. Avrei preferito che l'assemblea fosse preparata magari coinvolgendo prima di tutto i nostri portavoce di circolo ed i segretari provinciali. Un percorso e non solo una data. Ieri mi hanno colpito positivamente le parole di Franceschini. Ha ragione Curzio Maltese: lasciato solo davanti all'assemblea ha potuto dire cose che nessun altro dirigente nazionale avrebbe potuto comunicare con quella nettezza. Ora di tratta di capire se - nella quotidianità - riusciremo ad imprimere il cambio di passo necessario sui contenuti (buone le cose dette dal segretario su testamento biologico e collocazione europea) sullo stile e nei metodi. Un ultimo breve pensiero sul tema generazionale. In questi giorni mi è capitato di dire che quanto accaduto con le dimissioni di Veltroni segna pesantamente un intero gruppo dirigente nazionale, quello che ha accompagnato la storia dei Ds e della Margherita nel nuovo progetto. Lo penso convintamente. Credo che anche loro se ne rendano conto. Detto questo, non sono mai stato un amante della retorica dei giovani "a prescindere". Vedo tra l'altro che anche fra noi qualcuno inizia a distinguere i "buoni" dai "cattivi" magari solo a seconda della loro passione per le primarie...

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