domenica 20 maggio 2018

Breve sintesi Assemblea Nazionale

Dal sito “Democratica” 
Ore 10,46 – “C’è la possibilità di fare una buona Assemblea dall’esito condiviso. Adesso è importante lavorare insieme contro un governo nettamente caratterizzato a destra”. Lo ha detto il coordinatore della segreteria Pd, Lorenzo Guerini, arrivando all’Assemblea del partito. “Una resa dei conti? Assolutamente no”, ha aggiunto.
Ore 12:00 – Iniziata la diretta dell’Assemblea del Pd. In apertura il vicepresidente Domenico De Santis ha invitato a un minuto di silenzio per le vittime sul lavoro, mentre Walter Verini è intervenuto per ricordare  MassimoD’Antona, di cui domani ricorre il diciannovesimo anniversario della morte.
Ore 12:05 – “Abbiamo all’ordine del giorno le dimissioni del segretario e i necessari adempimenti previsti dallo Statuto. In molti hanno però chiesto di discutere della situazione politica, spostando l’odg previsto per oggi alla prossima Assemblea del Pd. All’unanimità come ufficio di presidenza abbiamo deciso di accettare questa proposta, che pertanto metto in votazione”. Lo ha detto, tra qualche brusio, il presidente dell’Assemblea del Pd, Matteo Orfini, in apertura dei lavori.
Al termine della votazione, Orfini ha dichiarato approvata la proposta a maggioranza con 397 voti a favore, 221 contrari e 6 astenuti.
Ore 12:20 – Il segretario reggente del Pd Maurizio Martina, dopo il voto sullo spostamento dell’odg, svolge il suo intervento di apertura iniziando dall’analisi della situazione politica attuale, a partire dalla sconfitta del Pd.
“Occorre ripensare noi stessi – ha detto -. Il motto “nessuno escluso” deve rimanere il nostro faro, e l’art. 3 della Costituzione resta il fondamento del nostro impegno”.
A proposito dell’alleanza Lega-M5S, per il segretario reggente del Pd “il contratto di governo è un libro a metà tra un racconto dei sogni e uno degli orrori”, ma, ha aggiunto, “commetteremmo un grave errore a pensare di reagire a quello che accade lanciando solo anatemi. Fa riflettere – ha aggiunto – il fatto che chi ha combattuto con forza la nostra riforma costituzionale oggi non si faccia sentire di fronte a tutto questo”.
“Sappiamo – ha aggiunto – che c’è  una geografia del risentimento che sta scombinando antiche certezze. Il nostro compito è davvero quello di costruire l’alternativa. Rimango convinto che fosse giusto sfidare il Movimento 5 Stelle su questioni di merito, avremmo reso più’ evidenti le contraddizioni e i limiti che oggi vediamo nero su bianco. Quale idea della democrazia hanno se riducono tutto a un contratto di tipo privatistico tra due leader? Quale idea di democrazia hanno se si presuppone che gli eletti siano lì per il proprio partito e non per il Paese?”.
“Faremo un congresso anticipato – ha detto Martina -, sarà un congresso importante. Lavoriamo insieme per portare in maniera unitaria e forte questo partito a quell’appuntamento”.
“Se tocca a me, anche se sono solo poche settimane, tocca a me – ha aggiunto – Non uso parole a caso e quando dico collegialità’. So benissimo che costa fatica, ma io so che questo e’ un lavoro da fare, in particolare in questo momento”.
Subito dopo il voto sul rinvio del voto su segretario e congresso alla prossima assemblea, Matteo Renzi ha lasciato l’Ergife. Poco dopo anche il premier Paolo Gentiloni ha lasciato l’Assemblea.
Ore 14:00 – “Lo spettacolo indecente offerto da M5S e Lega non basterà a rimetterci in piedi”, ha detto Gianni Cuperlo nel suo intervento perché, ha aggiunto “a essere sconfitta è stata un’intera classe dirigente. Per questo non bastano le dimissioni di uno”.
“Renzi ha detto “meglio essere divisivi e mandare avanti il Paese che tenere tutto fermo”, io credo che qui ci sia la ragione della nostra sconfitta, l’aver diviso il nostro campo”.
Per Cuperlo “il tema non è un nome ma la proposta. Nessuno di noi è innocente ma l’opera enorme che ci attende è rifondare la nostra idea di politica. Ci serve un congresso vero e una guida legittimata che Maurizio Martina può interpretare bene. Per questo serve un segretario che non faccia un altro mestiere”.
14:30 – E’ la volta dell’intervento di Andrea Orlando, il leader della minoranza dem, che subito esordisce: “Non mi riempie di orgoglio che il Pd sia stato spettatore inerte della saldatura tra populisti e destra”.
“Sottolineare lo scarto tra i fatti e le promesse di M5S e Lega sarà utile, ma proprio perché non riusciranno a mantenere ciò che hanno promesso in campo economico, acuiranno l’azione nel campo dei diritti civili e della giustizia. E qui lo dico, sono rimasto l’unico in Cdm a invocare la necessità di approvare la riforma del diritto penitenziario”.
“Serve un congresso vero – ha aggiunto Orlando -. Non mi fanno paura i gazebo, ma i gazebo stavolta non bastano. Serve una discussione profonda”.
“Io credo che oggi sarebbe servito eleggere un segretario” ha detto ancora Orlando, e commentando la notizia secondo la quale una parte dei membri dell’assemblea starebbero lasciando la sala per far mancare il numero legale, scegliendo quindi di non votare la relazione di Martina, Orlando ha detto: “Sarebbe uno scenario ben peggiore della conta che abbiamo scelto di non fare. Un errore di cui chi lo compire si assume la responsabilità”.

Ore 16:15 – Matteo Orfini pone in votazione la relazione del segretario reggente Maurizio Martina. La relazione è approvata con 294 voti favorevoli, 8 astenuti e nessun contrario.

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