mercoledì 7 marzo 2018

Messaggio di Giorgio Zanin agli elettori

Giorgio Zanin
Deputato XVII Lgislatura


San Vito al Tagliamento, 6 marzo 2018

Cari amici democratici ed elettori tutti,

a due giorni dal voto, la digestione del risultato è cominciata nel modo migliore, con la ricerca delle domande giuste. Non voglio attraversare le sconfitte invano: senza buone domande, mancheranno risposte coraggiose e lungimiranti.
Voglio anzitutto dire grazie a tutti voi per la fiducia che nel corso di questa campagna elettorale mi avete rinnovato in forma politica e spesso anche in forma personale. In molti vi siete ingaggiati con generosità al mio fianco e il mio pensiero va in primo luogo ai numerosi giovani che hanno deciso di partecipare con la voglia di dimostrare che una comunità politica si regge anzitutto sulla collaborazione generosa. Comunque sia andata, quando si ricevono tanti incoraggiamenti e apprezzamenti non scontati o di facciata, questo è indizio di un contesto umano ricco ed efficace. Un terreno fertile insomma per continuare a credere che una buona semina dia il suo frutto.
Una valutazione profonda degli effetti del voto è appena cominciata e le dimissioni da segretario Nazionale del PD di Matteo Renzi sono solo la prima pagina di un percorso che avrà diversi capitoli. L’indicazione emersa dal voto è inequivocabilmente di segno contrario non solo alle proposte progressiste del centrosinistra ma anche alla tradizionale rappresentazione moderata del nostro Paese. La fase politica pare segnata da una somma di “ismi”, facili da divulgare ma che immagino faranno fatica a tracciare un’azione politica positiva per l’Italia e i valori costituzionali. Le attese confuse a cui hanno aderito tanti italiani esprimendo con il voto una ennesima volontà di cambiamento – dall’uscita dall’Unione europea alle ricette economiche senza coperture, dalla lotta senza quartiere allo ius soli alla negazione dei dati della ripresa economica… - si fondano su paure e attese che hanno nei media, vecchi e nuovi, un epicentro del terremoto su cui occorre riflettere. Non si tratta di nascondere o negare i fatti che generano timore, ma di discutere le qualità e le quantità con  cui vengono raccontati. Il costante clima di sfiducia, allarme, polemica e aggressività non giova alla democrazia. Queste paure con sottofondo di rancore diffuso, unite alla tentazione di ogni cittadino di leggere il tutto a partire dal frammento negativo con cui ciascuno si misura, hanno finito per annegare tanti dati reali, hanno portato lontano dalle proposte dei tradizionali corpi sociali intermedi, in primis quelli politici. Di fronte alla complessità, la gabbia del pregiudizio è semplice da usare, offre sicurezza ed evita molte fatiche basate sull’ascolto e il confronto.
Dobbiamo ripartire anche da lì per raccontare in modo nuovo la nostra storia. Abbiamo una stagione davanti a noi segnata da alcune importanti questioni di metodo prima ancora che di contenuto: la vicinanza alle persone, l’ascolto, la comunicazione, la presenza nei territori sono la strada che possiamo e dobbiamo percorrere, come baluardo di democrazia e di valori. Saranno necessari dei cambiamenti, probabilmente anche dolorosi, a partire dagli aspetti organizzativi che rimangono non secondari per essere efficaci. Ci attende una strada in salita che, nella stagione proporzionale in cui siamo rientrati, ha bisogno di un fare insieme le cose, di una tessitura di dialogo e di coalizione che rinnovi il progetto, moltiplicando i protagonisti. Abbiamo bisogno di cuori aperti e di gambe pronte a camminare più che di bocche pronte ad accusare.
Prima di chiudere, dopo i tam-tam giornalistici, vi devo una doverosa precisazione.

Dopo il deliberato dell’assemblea provinciale del PD che vincolava la mia candidatura uninominale alla presenza nella lista proporzionale, ho accettato la candidatura nel solo collegio uninominale a seguito della richiesta in extremis della segreteria provinciale PD, con lo scopo di rappresentare in ogni caso nel modo migliore le ragioni e l’identità degli elettori di centrosinistra. Ho fatto del mio meglio per onorare questo impegno e mi auguro che sia servito quantomeno a questo scopo. In questi mesi moltissimi mi hanno chiesto di dare una disponibilità duplice di candidatura, prima alle elezioni politiche e poi, con la previsione di un insuccesso, anche alle elezioni regionali. Questa offerta è stata fatta dai vertici del partito come alternativa alla mancata candidatura nel listino della Camera. Avevo già detto di no a questa logica e a questa prospettiva sin dall’inizio. Approfitto di queste righe per ribadire questo no ora. Non sono mai stato per spirito e stile orientato a cercare un posto ad ogni costo e continuo a considerare che la disponibilità al servizio debba restare la cifra del mio impegno politico. Per la mia carta di identità politica parla la mia storia.
Vi abbraccio tutti e conto di incontrarvi presto, per strada.

Giorgio Zanin


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