BASTA GIOCHI DI POTERE SUL SERVIZIO IDRICO INTEGRATO
“Un Centrodestra pasticcione, fa pagare ai
cittadini la confusione e l’atteggiamento di sudditanza verso il sindaco di
Pordenone”.
Lo afferma il consigliere comunale di
Cordenons Domenico Pepe, che così prosegue. “Insieme al segretario provinciale
Zanin abbiamo ascoltato i gruppi consiliari del partito di alcuni comuni ed è
chiaro che il centrodestra ha combinando un bel pasticcio. Infatti, ad un solo
anno dall’approvazione dell’ordine del giorno per uscire dalla gestione
integrata dell’acqua di LTA, le amministrazioni comunali di Cordenons, Fiume
Veneto, Fontanafredda e Cavasso Nuovo – tutte di marca centrodestra - si sono
trovate a decidere la revoca delle precedenti delibere per rimanere con il
gestore LTA. Tutto questo per non essere stati capaci di integrare anche
Hydrogea verso la fusione contemporanea dei tre soggetti gestori. Un vergognoso
dietrofront che rivela la mancanza di idee e competenze e che costerà ai
cittadini quantomeno le spese legali del recesso oltre a rendere più complicata
la fusione che tutti auspicano. La cosa più strana è poi la motivazione addotta
ad esempio dal sindaco di Cordenons, che imputa di fatto il cambio di strategia
alla regia di Pordenone. Come se il sindaco Ciriani, in barba all’indipendenza
di azione che dovrebbe avere Hydrogea, avesse diretto tutta questa operazione.”
“A Fiume Veneto in ben tre consigli il PD
-dichiara Padoani, capogruppo del PD fiumano - aveva avvertito di una scelta
errata nei modi e nella sostanza salvo poi ritirare tutto quando si è capito
l’impraticabilità della scelta di fronte al Tribunale Superiore delle Acque.”
“A Fontanafredda – dichiara Del Tedesco,
consigliera comunale del PD - l'amministrazione comunale aveva ingaggiato una
battaglia contro Lta in nome della territorialità dell' “acqua di
Fontanafredda” e dei mancati investimenti. Investimenti che invece ci sono
stati anche se nel " silenzio mediatico" dell'amministrazione
probabilmente dovuto alla volontà di adombrare la precedente scelta adottata
per motivi puramente politici, privi di visione e strategica."
“Questo pasticcio - conclude Zanin segretario
provinciale del PD - suona in strana sintonia con i balletti a cui assistiamo
sul fronte nazionale, dove non si comprende ancora se la TAV si farà;
innumerevoli opere sono ferme per una politica dell’oggi che non riesce a
definire un indirizzo di prospettiva, dove insomma le cose si fanno e si
disfano senza pensare ai danni e a chi li paga. Quello che sta accadendo nel
territorio pordenonese è l’emblema di una modalità inconcludente di
amministrare il bene pubblico.”
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