VERBALE INCONTRO SULLE PROBBLEMATICHE DELL’AGRICOLTURA
Venerdì 28 gennaio 2011 – Centro Polifunzionale “La Risorgiva”Fontanafredda
Relazione introduttiva di Giuseppe Pederiva – PD Fontanafredda
Relazione tecnica di Alessio Gruarin tecnico agrario.
Tema della serata è stato il sostegno del reddito dei soggetti operanti nel mondo agricolo; tali misure non sono state intese come richieste di contributi economici a vario titolo, ma come razionalizzazione dell'attività agricola in un ottica aziendale.
Relatore della serata è stato il signor Alessio Gruarin, consulente tecnico di una cooperativa agricola operante a Fossalta di Portogruaro, il quale attraverso la sua esperienza professionale è stato in grado di dare un qualificato ed interessante contributo formativo.
La cooperativa si estende per 5.000 ettari coltivabili, ha 850 soci ed ha una capacià di stoccaggio di 500.000 quintali di cereali.
I punti salienti individuati sono di seguito elencati.
Il mercato delle commodity, quali grano, soia, mais, ha una dimensione mondiale ed è gestito da circa dieci gruppi che sono in grado di determinarne l'andamento dei prezzi.
Importante è il ruolo speculativo di alcuni di essi, in grado di operare sia al rialzo che al ribasso delle quotazioni della merce trattata.
Un tempo, i prezzi erano determinati dalla legge della domanda e dell'offerta in funzione delle superfici coltivate.
Ora, a livello mondiale, vi sono variabili più ampie, perché si sono estesi i bacini di utenza di questi gruppi (ad esempio, in Cina ed India vi è un maggior fabbisogno di materie prime alimentari ).
L'attività speculativa può svolgersi stoccando in magazzini quantità enormi di merce, togliendola letteralmente dal mercato fino a farne lievitare i prezzi.
Va anche tenuto in considerazione che mentre il prezzo della soia viene determinato nella borsa di Chicago, quello del mais ha in Italia una dinamica a livello nazionale o addirittura di macro aree geografiche regionali : in questo caso, è rilevante il ruolo svolto da mediatori con funzione di consulenti per le aziende più piccole.
Nell'ultimo anno, il reddito degli imprenditori agricoli è diminuito di circa il 3,3 %, , mentre è aumentato del 12,3% quello degli agricoltori di quasi tutta l'area europea (fonte dati INEA).
Tale diminuzione si è verificata pur in presenza di un generalizzato aumento dei prezzi dei prodotti finali dell'agricoltura e di una non più autosufficienza produttiva italiana.
Individuazione di misure a sostegno del reddito da agricoltura.
Mancanza di adeguata politica agricola italiana sia a livello nazionale che europea : significativo è l'esempio che alle specifiche riunioni politiche comunitarie, paesi come la Francia e la Germania si presentino, contrariamente all'Italia, con uno specifico rappresentante altamente specializzato per ogni tematica trattata.
Va segnalato che la superficie media delle aziende agricole italiane è fra la più bassa d'Europa, con una forte incidenza dei già nostri alti costi determinati dalla burocrazia.
E' necessario inoltre riconsiderare tutta la filiera agricola nazionale, con l'obiettivo di una più equa redistribuzione del reddito: ad esempio, il costo del latte alla produzione è di circa 0,38 euro al litro, mentre il costo alla vendita è di circa 1,30 – 1,50 euro al litro.
Va anche svolta una azione di sensibilizzazione verso il consumatore finale : i prodotti agricoli italiani sono quelli con i controlli qualitativi più elevati : ad esempio, i livelli ammessi di residuo da fitofarmaci sono i più bassi a livello europeo, così come la normativa a livello di etichettatura ( in questo caso, il Parlamento Europeo ha adottato limiti più restrittivi proprio su iniziativa italiana ).
E' necessario potenziare il sistema cooperativo, che può generare un maggiore potere contrattuale degli agricoltori sia per quanto riguarda la capacità contrattuale in tema di acquisti dei loro mezzi di produzione ( concimi, sementi... ) che di vendita dei prodotti ai grandi gruppi alimentari e commerciali.
Significativo è l'esempio positivo del Trentino Alto Adige, pur soggetto ad una situazione di frammentazione peggiore del Friuli Venezia Giulia ( confronto con la nostra Carnia ).
Vanno sviluppati i prodotti tipici locali e quelli biologici : l'agricoltura deve diversificarsi nella ricerca del reddito, anche con la trasformazione in casa del prodotto ( caseifici, macellazione ...), facendo però sempre attenzione a non concentrarsi troppo su limitati settori.
L'agricoltore deve anche essere disposto a seguire corsi di aggiornamento, magari con il supporto delle istituzioni e della politica, così come avviene in Trentino Alto Adige, con ricadute favorevoli per l'intero territorio.
In assenza di questo tipo di politiche, come in Carnia, assistiamo ad un fenomeno di impoverimento e decadimento del territorio.
Capitolo OGM.
Tutto quanto riguarda gli ogm è gestito da 4-5 multinazionali e tutti gli studi e ricerche in materia sono riconducibili a queste società o ad enti ad esse collegate; nella sostanza, manca un contributo scientifico controllato da istituzioni pubbliche, tale da garantire una certa neutralità nella ricerca ( NDR : una richiesta in tal senso fa parte della politica sugli Ogm da parte del PD ).
E' priva di fondamento l'affermazione che gli Ogm permettono un consumo minore di prodotti chimici: il mais BT , ad esempio, è resistente alla piralide ma è attaccato da altri insetti per i quali è necessario l'utilizzo di altri tipi di pesticidi.
Senza contare il rischio di una possibile mutazione genetica della piralide tale da renderla immune ai trattamenti odierni.
Gli Ogm sono pensati per culture estensive in paesi come Argentina, Usa, Brasile..., dove è anche difficoltoso eseguire i trattamenti tradizionali; da noi non ci sarebbero vantaggi significativi.
L'Italia è comunque anche qui all'avanguardia per quanto riguarda l'etichettatura di questi prodotti: è stabilita una soglia minima del 1 % quale valore di presenza di Ogm da segnalare nell'etichetta per quanto riguarda i prodotti rilavorati, mentre l'obbligo di segnalazione è sempre presente per i prodotti agricoli.
Se invece i prodotti agricoli non sono alimentari ( cotone, tabacco, ... ), non c'è nessun obbligo di segnalazione.
Produrre biologico : sfrutta di meno il territorio, anche a livello di inquinamento ed i prodotti utilizzati hanno un costo inferiore di quelli usati nell'agricoltura tradizionale; per quest'ultimi, se chimici, c'è anche un maggior costo di smaltimento quanto a confezioni, imballaggi, ecc.
Nella produzione biologica vi sono però maggiori costi per la manodopera, non compensati da un maggior costo di vendita del prodotto; sarebbe necessario un intervento politico atto a favorire questo tipo di coltivazioni.
Va rilevato che la PAC dell' Unione Europea potrebbe orientarsi verso una erogazione dei contributi “ a progetto” , inteso come mezzo per una maggiore tutela ambientale : anche in questo caso, la politica dovrà essere attenta e fornire i necessari supporti al mondo agricolo.
Il PD di Fontanafredda ha operato in Consiglio Comunale affinchè venisse istituita la Commissione Agricoltura e intende portare in quella sede i problemi e i suggerimenti emersi in questa prima serata di approfondimento.
Per il PD di Fontanafredda
Virginio Saccon.