PROGRAMMA DELLA COALIZIONE
COMPOSTA DA
Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori,
Sinistra e Libertà, Libertà Civiche per Zanin
A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA
A PRESIDENTE DI GIORGIO ZANIN
COMPOSTA DA
Partito Democratico, Rifondazione Comunista, Italia dei Valori,
Sinistra e Libertà, Libertà Civiche per Zanin
A SOSTEGNO DELLA CANDIDATURA
A PRESIDENTE DI GIORGIO ZANIN
INDICE
1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETÀ
Qualità della vita, cura del futuro, coesione sociale e legalità
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVER CURA DELL’UOMO
Meno rifiuti e meno costi, tutela di acqua e aria,
agricoltura come sistema, nuove energie e recupero del territorio
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
Formazione permanente, sostegno a scuole e associazioni, turismo
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
Scuola, Università, Progetti giovani e stili di vita
6. UN NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
Qualità, occupabilità, centri per l’impiego,
riconversione ecologica e creazione di nuova impresa
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
Trasporto pubblico, mobilità pulita, infrastrutture viarie
e territorio ad alta tecnologia dell’informazione
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
Salute e servizi nel territorio, osservatorio sociale, abitare
9. FARE COMUNITÀ
Famiglia, sport, terzo settore e nuova cittadinanza attiva
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1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
A oltre quarant’anni dall’istituzione della provincia di Pordenone, si avverte la necessità di una
radicale ridefinizione dell’ente.
La Provincia rappresenta infatti un nodo irrisolto nel quadro delle istituzioni amministrative.
Storicamente le sue competenze sono state definite in via residuale dopo aver stabilito ciò che spetta
alla Regione e ciò che è di pertinenza dei Comuni.
Oggi, da un lato, le Province, nella loro aspirazione ad una forte rilegittimazione, rivendicano
competenze già attribuite alle Regioni, dimenticando che il rispetto del principio costituzionale di
sussidiarietà orizzontale imporrebbe che almeno parte di tali competenze non siano più esercitate da
alcun ente istituzionale.
D’altro canto, un sentire comune a vasti settori dell’opinione pubblica, appoggiato dai Comuni di
grandi e medie dimensioni, vorrebbe la completa abolizione delle Province, nel nome della
riduzione dei costi e dei livelli istituzionali: ciò, tuttavia, presupporrebbe una riforma costituzionale,
o almeno la capacità della Regione di ridisegnare forme di aggregazione tra Comuni, per la
pianificazione e il coordinamento dei servizi di area vasta.
In questo confronto tra posizioni diverse, decidere il cambiamento del ruolo e delle funzioni delle
province spetta inevitabilmente alle forze politiche, a livello nazionale e regionale; auspichiamo
perciò che venga superato l’atteggiamento contraddittorio che le guida e da cui deriva l’attuale
dannoso immobilismo.
In questa direzione e contro lo spreco di denaro pubblico, ci candidiamo perciò in modo chiaro e
forte a guidare un processo di rinnovamento del funzionamento operativo dell’ente. La Provincia
non è per noi un altro dispendioso e sovrapposto centro di iniziativa: il declino del paese infatti va
di pari passo con il parassitismo politico, fatto di clientele e spartizioni. Vogliamo pertanto
orientare le sue funzioni secondo il principio di sussidiarietà, attraverso il coordinamento e il
sostegno ai comuni e agli altri autentici soggetti sociali, economici e culturali del territorio che per
vicinanza e responsabilità possono essere meglio posti al servizio dei cittadini. Lo slogan che può
dunque sintetizzare questo impegno sarà “La provincia a servizio dei comuni”
Allo stato attuale, in ottica di decentramento e sussidiarietà, la provincia dovrà perciò modificare il
suo ruolo per divenire la sede della programmazione degli interventi di area vasta, rispondere
concretamente alle esigenze di sistema del nostro territorio, promuovere le forme più adatte di
collaborazione e di associazionismo tra i Comuni per darvi attuazione. In ciò avrà un ruolo decisivo
la piena valorizzazione delle competenze dimostrate dal personale dipendente.
In questa prospettiva, sarà suo compito:
• favorire e promuovere politiche di coordinamento, per fare sintesi di un territorio al passo
con i tempi e con le sfide proposte da un futuro sempre più dinamico e, per certi aspetti,
incerto;
• svolgere la funzione di regia e supporto per questioni che implicano l’azione coordinata di
più comuni. La partecipazione delle amministrazioni comunali e dei cittadini singoli o
associati alle scelte dell’amministrazione provinciale deve diventare una connotazione
costante della vita dell’ente. Per questo è utile introdurre la prassi del “bilancio partecipato”;
• assumere una forte funzione politica su tutte le questioni di area vasta, ancorché non
direttamente legate al mandato istituzionale. In questo senso l’attuale crisi economica induce
a ricercare nuovi strumenti e nuovi approcci allo sviluppo, da non legare ai soli indicatori
economici. La Regione e la Provincia, in sintonia con il Comune Capoluogo, devono essere
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i luoghi e gli interlocutori primari per affrontare le problematiche del territorio in un’ottica
di coordinamento e dialogo;
• favorire iniziative di collaborazione tra province, soprattutto in ambito regionale, e anche
con le amministrazioni provinciali contigue, con le quali ci legano consolidati rapporti
storici, economici e tradizionali (es. i Comuni del Veneto Orientale);
• promuovere il ruolo attivo del territorio in ordine alle politiche europee;
• portare il cittadino al centro delle scelte e ad un ruolo attivo in una visione moderna e aperta,
che pone alla base dell’operare l’attenzione ad ogni persona e al bene comune, alla qualità
della vita, all’ambiente, al lavoro, alla cultura e alla storia di un territorio.
Con questi obiettivi, dal punto di vista organizzativo riteniamo che progressivamente la Provincia
debba snellire il proprio apparato burocratico mantenendo solo quello strettamente necessario alle
funzioni di coordinamento flessibile, concreto e condiviso dell’area vasta, attivando gli strumenti di
partecipazione più idonei a dare voce al territorio e ai suoi cittadini e minimizzare gli sprechi.
La nostra azione per istituzioni gestite come buon esempio per la collettività sarà condotta su due
linee guida: sobrietà e merito. Sobrietà contro gli sprechi ingiusti, per un servizio pubblico che è
anzitutto rivolto ai cittadini, in particolare ai più bisognosi; moralità contro la politica intesa come
spartizione, clientele e favori che non rispettano il merito.
Per la moralizzazione della politica, la provincia si impegna a realizzare on-line un servizio di
anagrafe pubblica degli eletti, così da offrire ai cittadini elementi di conoscenza e valutazione sul
loro operato e sulle attività della Provincia, soprattutto nell'ottica di tutelare correttezza e
trasparenza amministrativa, assenza di conflitti d'interessi negli atti e nei comportamenti dei singoli
amministratori, potenziamento delle capacità di controllo dei cittadini sulle sue attività. Il forte
coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nella costruzione delle decisioni costituisce un
ulteriore impegno in direzione della moralizzazione politica.
La Provincia di Pordenone, la più giovane della Regione, è un crocevia di culture e di esperienze.
Nel nostro territorio si mescolano parlate venete e friulane e negli ultimi anni anche comunitarie ed
extracomunitarie. La spinta dell’immigrazione interna non è stata certo estranea al dinamismo e alla
stessa felice sorte industriale che ha affermato il nostro territorio a livello nazionale e internazionale
a partire dagli anni sessanta, con grosso vantaggio per tutta la regione. Essere crocevia è una risorsa
che chiede responsabilità.
Con l’orizzonte europeo di fronte, nuove sfide impegnative, stimolanti e innovative vengono dalla
spinta internazionale delle vicine Austria, Slovenia e Croazia e dalla collocazione di cerniera tra il
Friuli storico e il ricco ed industrioso Veneto. Perciò nel panorama regionale del FVG sarà
necessario per il nostro territorio un più ampio riconoscimento di ruolo economico e politico.
Il vasto ambito territoriale della montagna abbisogna di politiche nuove che, evitando
sovrapposizioni di compiti e sprechi, producano soluzioni adeguate. Soprattutto nel caso della
montagna, i problemi di un territorio non si risolvono con servizi e progetti gestiti da lontano. La
Provincia non deve dunque sostituire ma collaborare con la Comunità Montana, che è un soggetto
importante anche rispetto all’attivazione dei progetti per gli investimenti dei fondi europei, affinché
i problemi del territorio vengano affrontati concretamente e con un senso di prospettiva. Sprechi e
cattive gestioni quasi sempre non derivano dai contenitori in sé ma dalla loro organizzazione, che
deve essere rinnovata secondo criteri non solo di rappresentanza ma anche di efficienza e
progettualità. Auspichiamo dunque una nuova definizione del perimetro della C.M., fondato su
criteri non esclusivamente altimetrici. Proponiamo di affrontare nella collaborazione tra gli enti i
problemi strutturali della tutela ambientale, dello sghiaiamento a partire dall’alto, della sicurezza
della viabilità, del turismo, della connessione internet, della mobilità, dei servizi alla persona.
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2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETA’
QUALITÀ DELLA VITA, CURA DEL FUTURO, COESIONE SOCIALE E LEGALITÀ
Dare sicurezza sociale ai cittadini, alle famiglie e al mondo del lavoro è oggi una necessità per
garantire la qualità della vita. Questa sicurezza non si raggiunge agitando false paure o facendo
diventare la presenza degli stranieri (cresciuti di numero in modo certamente così rapido da
costituire un nodo sociale) l’unico problema della sicurezza, deviando così l’attenzione dall’origine
profonda dei problemi e dunque da metodi seri per affrontarli. Oggi il vero rischio è la perdita della
sicurezza sociale. La mancanza di lavoro, di futuro e il rischio povertà sono l’origine principale per
tutti, a partire dai giovani, di una crescente insicurezza, contro cui occorre intervenire. La sicurezza
dei cittadini, delle famiglie e delle imprese è l’imprescindibile condizione per la migliore
convivenza e il più accentuato progresso. Perciò la Provincia deve operare per garantire sicurezze
come:
• la certezza del posto di lavoro per garantire il reddito della propria famiglia;
• servizi sanitari, assistenziali e ospedalieri della massima qualità e della più tempestiva
disponibilità per la migliore condizione di salute;
• una elevata integrazione sociale ed etnica per offrire a tutti le migliori opportunità di crescita
individuale ed una coesione sociale;
• la cultura della legalità, della responsabilità, del rispetto e della tolleranza reciproci;
• la diffusione della cultura e della conoscenza (a cominciare dalla lingua italiana e dai
diritti/doveri della Costituzione validi per tutte/i anche per immigrate/i);
• la repressione dei reati e in genere delle pratiche illecite con la certezza della pena e delle
sanzioni.
Questi risultati si possono ottenere solo a partire dalla coesione e dalla solidarietà di tutti i cittadini,
la cui espressione deve essere in primo luogo in carico alle istituzioni. L’azione condivisa delle
istituzioni deve avere l’obiettivo di aumentare l’efficacia della capacità di prevenzione e di mettere
chi deve istituzionalmente svolgere compiti di controllo nelle condizioni di farlo, anche con un
adeguato sostegno economico, senza disperdere milioni di euro per creare nuovi organismi.
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVERE CURA DELL’UOMO
MENO RIFIUTI E MENO COSTI, TUTELA DI ACQUA E ARIA,
AGRICOLTURA COME SISTEMA, NUOVE ENERGIE E RECUPERO DEL TERRITORIO
È il settore nel quale la Provincia gode da anni di poteri rilevanti. Nonostante questo, la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti urbani sono organizzati ancora in modo frammentato, con costi aggiuntivi
che gravano sui cittadini. Il problema va affrontato in primo luogo attivando una virtuosa e unitaria
politica dei comuni per la razionalizzazione delle raccolte differenziate, uniformando i sistemi di
raccolta, la riduzione della produzione di rifiuti e il più alto livello di differenziazione. Questo è un
compito primario della Provincia. Lo scopo è ridurre al minimo la frazione destinata a smaltimento.
Gli obiettivi operativi da raggiungere sono:
• aumentare la raccolta differenziata con il metodo porta a porta;
• ridurre i rifiuti da imballaggio; promuovere protocolli d’intesa con la grande distribuzione
per attivare nuovi sistemi di vendita al fine di diminuire gli imballaggi e quindi i rifiuti
• incentivare il compostaggio domestico;
• recuperare e riciclare le materie prime;
• promuovere il riuso e la commercializzazione dei prodotti derivati;
• sostenere/promuovere un sistema uniforme e trasparente di tariffazione (T.I.A.).
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La quantità di rifiuti prodotti nella nostra regione e le dimensioni territoriali suggeriscono di tendere
alla creazione di un ambito unico regionale per una gestione razionale, economica ed
ecocompatibile. È necessario, inoltre, giungere a standard omogenei sul metodo di raccolta
differenziata e sulla tariffazione. Con standard omogenei aumenta la conoscenza, la trasparenza ed
il controllo evitando cosi che si formino situazioni di privilegio o di monopolio. Si deve altresì
promuovere l’economicità dei servizi con soluzioni innovative ed in concorrenza tra loro così si
potrà veramente contenere i costi, riducendo i rifiuti da trattare con vera e sincera attenzione per la
salvaguarda del territorio e dell’ambiente.
La Provincia deve dotarsi perciò di un nuovo e credibile programma che, in un processo di
miglioramento continuo verso la progressiva riduzione della quantità di rifiuti da smaltire
(“Obiettivo Rifiuti Zero”) sia orientato alla massima trasparenza (anche attraverso un idoneo
Sistema Informativo Territoriale) per consentire ai cittadini di controllare i dati (costi e tariffe) ed il
livello di raggiungimento degli obiettivi. Va poi sollecitata la redazione di un nuovo piano
regionale, che sappia affrontare in modo ecocompatibile e sulla base delle più avanzate metodologie
il problema della residua frazione dei rifiuti, anche coordinando e mettendo a sistema, senza
aggiunte dispendiose, gli impianti già presenti sul territorio regionale.
L’acqua è uno dei beni più preziosi. La Provincia deve affiancare in modo cooperativo i comuni e
gli ATO allo scopo di favorire con ogni utile iniziativa politica, e anche con eventuali supporti
economici, una virtuosa politica del ciclo integrato delle acque. Rientra in tale quadro anche il
supporto alla nascita di una unica società di gestione pubblica per ciascun ambito operante sul
territorio. Predisporrà inoltre la mappatura per la valorizzazione e pubblicizzazione delle fontane
pubbliche naturali presenti sul territorio, la cui acqua è garantita potabile e costantemente
monitorata, al fine di incentivare l’utilizzo di risorse naturali a costo zero. La Provincia si farà parte
attiva nella stesura del nuovo Piano regionale di protezione delle acque, attivandosi anche per
avviare la già approvata bonifica e ricalibratura dell’amianto nel Cellina. Il completamento delle
opere intorno al serbatoio di Ravedis avrà ricadute anche sul piano turistico.
La Provincia solleciterà, infine, la redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive, previsto
dalla L.R. 35 del 1986 e mai predisposto, in cui prevedere, tra l’altro, un programma per il ripristino
delle capacità di invaso dei bacini montani (es. Barcis e Redona), in alternativa all’apertura di
nuove cave. Lo sghiaiamento dei fiumi, anche per la presenza di dighe, ha senso anzitutto a partire
dall’alto, mentre in pianura si deve operare per uno sghiaiamento mirato.
La Provincia si farà parte attiva nella stesura del Piano regionale di protezione dell’aria (Vedi
Deliberazione Giunta Regionale n. 537 del 12 marzo 2009 (BUR n. 5 del 30 marzo 2009) e redigerà
il Programma attuativo di competenza.
Per lo sviluppo dell’agricoltura si segnalano i seguenti aspetti:
• L’Amministrazione provinciale è stata per anni un valente punto di riferimento per gli
agricoltori pordenonesi. Oggi non lo è più. Qualche anno fa ha deciso di smantellare l’ex
ufficio agrario, senza accompagnare il processo aggregativo con Ersa e seguirne gli sviluppi,
preservare le professionalità costruite in anni di lavoro, oggi relegate a ruoli discutibili.
• L’agricoltura per l’economia pordenonese è una punta d’eccellenza e l’amministrazione
provinciale deve accompagnare le imprese che vogliono innovare sia in termini di processi
produttivi, di prodotti (bio energie), di servizi ai cittadini come l’agriturismo, le fattorie
sociali, gli agro asili, le vendite dirette, la manutenzione del territorio. La Provincia che noi
vogliamo deve aiutare le imprese agricole a vivere in pace con il proprio territorio di
riferimento, facendosi garante di regole omogenee che favoriscano la compresenza di
attività produttive agricole con gli insediamenti civili, che consentano loro la manutenzione,
che controlli l’avi fauna opportunista.
• L’agricoltura va aiutata a fare sistema con il turismo naturalistico, dei borghi rurali ed enogastronomico.
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La Provincia deve promuovere un uso razionale delle risorse energetiche con riduzione degli
sprechi e degli usi impropri, in primo luogo nella gestione del proprio patrimonio immobiliare. Il
passo successivo deve essere la promozione della massima diffusione di autoproduzione energetica,
quale solare fotovoltaico, solare termico, biomasse e mini idroelettrico.
La provincia punterà a:
• progetti e interventi sul proprio patrimonio immobiliare per migliorare le prestazioni
energetiche degli edifici, al fine di favorire il risparmio e lo sviluppo, la valorizzazione e
l’integrazione delle fonti rinnovabili, con conseguente diversificazione energetica;
• utilizzo nei futuri interventi edilizi dell’Ente (sia nuove costruzioni che ristrutturazioni) di
soluzioni sull’impiantistica, sul recupero delle acque e su altre attività che risultino utili nel
contesto della sostenibilità ambientale;
• promozione e sostegno alla diffusione di interventi volti a promuovere il risparmio
energetico, con sostegno alla certificazione energetica degli edifici, nonché l'utilizzo delle
fonti di energia rinnovabili, con campagne in-formative, a partire dalle scuole, volte a far
conoscere il valore del risparmio energetico.
Il territorio della nostra provincia è stato negli ultimi 15 anni intensamente urbanizzato, con nuove
costruzioni stradali, residenziali e industriali. Va limitata questa tendenza, prevedendo politiche di
recupero urbanistico che possano evitare ulteriore consumo del nostro territorio.
Coerentemente al profilo di una responsabilità di coordinamento dell’area vasta, la Provincia per
ogni piano o programma regionale avente impatto sull’ambiente, oltre alla piena realizzazione delle
previsioni normative per quanto attiene alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), assume
come scelta strategica la metodologia di Agenda 21, allo scopo di coinvolgere il maggior numero di
portatori di interesse nella definizione delle scelte ambientalmente sostenibili, da intendersi anche
quale forma di consultazione prevista dalla Direttiva 42/2001/CE.
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
FORMAZIONE PERMANENTE, SOSTEGNO A SCUOLE E ASSOCIAZIONI, TURISMO
La nostra provincia si caratterizza per la ricchezza e la diffusione del proprio tessuto culturale, cui
partecipano sia le istituzioni degli enti locali che il composito mondo dell’associazionismo. Si tratta
di un elemento fondamentale per la coesione e la crescita civile e sociale del nostro territorio e
perciò di una risorsa in grado di assegnare un valore aggiunto al territorio. In considerazione di
questo fatto riteniamo che l’Amministrazione Provinciale debba caratterizzarsi quale soggetto che
valorizza e promuove questo prezioso patrimonio sociale, favorendone e sostenendone
l’attività e lo sviluppo, incentivando la creazione di servizi culturali in rete, portando a
maturazione le potenzialità delle tecnologie della comunicazione.
Il ruolo della provincia non è dunque quello di organizzare direttamente eventi culturali sul
territorio, in particolare del capoluogo e dei mandamenti, ma bensì di supportare sia
organizzativamente che finanziariamente gli enti locali minori e le strutture esistenti perseguendo
l’obiettivo di valorizzare quindi l’intero territorio, anche montano, e i contenitori culturali esistenti.
In questa direzione andrà assegnata grande importanza alla erogazione di servizi a sostegno delle
attività culturali, in modo particolare per:
operare e sostenere la formazione permanente quale requisito che valorizza il sapere come
patrimonio comune a tutte le età e a tutte le condizioni sociali;
favorire le produzioni culturali, in particolare quelle di valore più significativo, anche con
lo scopo di svolgere una adeguata e qualificata azione di supporto al marketing territoriale;
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promuovere la costituzione di una rete tra operatori e realtà culturali del territorio attraverso
la messa a disposizione e la gestione di servizi comuni e di coordinamento delle
manifestazioni culturali d’eccellenza anche ai fini della promozione turistica.
Assumerà perciò rilievo la Consulta provinciale della cultura, entro la quale definire un
programma pluriennale di interventi in grado di enfatizzare e aumentare la ricchezza delle
produzioni della destra Tagliamento, frutto dell’impegno di migliaia di operatori, per la quasi
totalità volontari.
Va inoltre valorizzato con adeguati programmi il patrimonio dei beni culturali (storico, artistico ed
ambientale) con:
- messa in rete, sostegno e coordinamento dei siti museali del territorio per favorire fruibilità
e funzionalità, migliorandone la promozione anche per il loro potenziale didattico e di
conoscenza della storia e della cultura del Friuli Venezia Giulia;
- elaborazione, in collaborazione con gli enti locali interessati, di progetti pilota del
patrimonio storico artistico, con azioni di marketing territoriale mirato ad evidenziare le
personalità di eccellenza della provincia;
- sostegno all’associazionismo storico-archeologico ed a quello ambientale.
Questa azione di valorizzazione andrà connessa con l’azione di promozione turistica, che dovrà
puntare su forme di turismo “dolce e sostenibile”, sfruttando da un lato le risorse naturalistiche,
dall’altro il patrimonio artistico minore e il turismo legato ai grandi eventi culturali
(Pordenonelegge, Giornate del Cinema Muto, Dedica, Folkest, Il volo del Jazz, ecc…). Lungo
questa filiera di rete territoriale trova senso il potenziamento delle “greenways” costituite dalla rete
di piste ciclabili e quello dell’offerta di ospitalità con l’albergo diffuso e gli agriturismi, così come
lo sviluppo delle potenzialità estive del comprensorio di Piancavallo.
Va sviluppato il filone dell’economia culturale anche attraverso la creazione di nuove figure
professionali, ad esempio l’attivazione di un corso di musica da film con il conservatorio di Udine
collegata con l’attività universitaria e con le Giornate del muto a partire dalle professionalità già
presenti nel pordenonese. Il ragionamento vale anche per la scuola di fumetto.
Va inoltre proposta una gestione coordinata dei teatri presenti in provincia, sia da un punto di
vista organizzativo (appalti di servizi, di forniture ecc.) sia da un punto di vista di offerta culturale,
caratterizzando ove possibile i diversi siti. Va inoltre ricercata una forma di gestione che tenda a
coinvolgere l’associazionismo del territorio evitando però sprechi economici.
In accordo con le scuole superiori la provincia dovrà farsi carico di:
- scegliere un impegno privilegiato di sostegno alle iniziative culturali-scientifiche che le
scuole esprimono, per una ulteriore qualificazione ed approfondimento dell’esperienza
formativa e della creatività giovanile;
- concordare (consulta provinciale) linee di utilizzo e sviluppo di qualificati spazi della
provincia quali l’Auditorium Concordia, il Centro Espositivo di Corso Garibaldi (a
Pordenone), Palazzo Altan (a San Vito).
Un capitolo a sé stante merita la questione dell’Archivio di Stato, oggi ospitato in maniera
inadeguata in un anonimo condominio di Pordenone. La Provincia deve farsi carico di reperire uno
spazio funzionale e dignitoso per accogliere e rendere maggiormente fruibile quello che, di fatto, è
l’archivio storico della provincia di Pordenone.
La Provincia si dovrà infine impegnare nella promozione della cultura della memoria storica,
della pace, della nonviolenza, e dunque della convivenza multietnica e multireligiosa che ne sono
la conseguenza. A livello emblematico di una partecipazione di Pordenone allo sviluppo e alla
solidarietà con il mondo, la Provincia promuoverà progetti di cooperazione decentrata con i paesi
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a maggiore presenza di immigrati nel nostro territorio, soprattutto nel campo del trasferimento di
tecnologie appropriate relativamente al solare, reti idriche, pozzi.
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
SCUOLA, UNIVERSITÀ, PROGETTI GIOVANI E STILI DI VITA
Anche il futuro della Destra Tagliamento è legato a quello dei giovani, perché da essi dipende la
possibilità di dare una prospettiva a tutta la comunità, anche alle persone più anziane. Perciò si
dovranno attuare prioritariamente politiche in grado di assicurare a ciascuno dei nostri ragazzi il
massimo delle opportunità di crescita e di affermazione sociale e personale. Questo consisterà
anzitutto nella capacità di organizzare un sistema educativo, scolastico, di formazione
professionale e di alta formazione in grado di massimizzare le opportunità di ciascuno.
La provincia, attraverso l’impegno di proprie risorse di bilancio, dei propri servizi e lo sviluppo di
un’azione di coordinamento, si adopererà per sostenere l’offerta formativa ed educativa,
indiscriminatamente sottoposta al taglio dei finanziamenti ministeriali e del personale.
In tale quadro è essenziale un programma di ammodernamento, riqualificazione energetica e
ulteriore messa a norma degli edifici scolastici. Edifici efficienti produrranno risparmi da investire
in attività qualificanti.
Anche il Consorzio Universitario di Pordenone dovrà avere la giusta attenzione, al fine di:
connettere sempre meglio l’offerta universitaria con i bisogni del territorio;
curare e radicare i talenti offerti delle giovani generazioni.
Allo scopo di organizzare l’incontro di domanda e offerta di lavoro, il sistema educazione – scuola
– formazione professionale andrà coniugato costantemente con i servizi provinciali del lavoro e le
associazioni di categoria.
In un mondo diventato sempre più un mercato di opportunità, molte delle quali effimere e precarie,
occorre saper scegliere con discernimento. Ne consegue che bisogna investire per:
un orientamento sociale che consenta ai giovani di conoscere e sperimentarsi nelle diverse
forme di volontariato sociale e partecipazione, come apprendistato di una piena e moderna
cittadinanza attiva;
un orientamento professionale che significhi far conoscere le dinamiche del mercato del
lavoro e le sue vie di accesso, offrendo nel contempo strumenti ed occasioni di esplorazione
e valutazione delle proprie inclinazioni, capacità professionali e risorse personali.
Accanto alla prosecuzione delle linee di lavoro e del sostegno agli spazi di protagonismo giovanile
anche autogestiti nell’ambito dei c.d. Progetti Giovani, la Provincia deve dotarsi di un piano
triennale di propositi ed azioni per raggiungere gli obiettivi di Lisbona in materia di politiche per le
giovani generazioni, nonché di un sistema di partecipazione e consultazione che renda protagonista
la gioventù attraverso un apposito forum, come già avviene anche su scala nazionale.
Nel piano triennale, oltre alle misure volte alla crescita dei servizi in favore degli studenti, non
potranno mancare anche azioni di orientamento e scoperta delle potenzialità socio-culturaliricreative
presenti sul territorio, a ciò destinando l’istituzione di una “CartaGiovani” che garantisca
la possibilità ai giovani di accesso alle manifestazioni culturali a costi contenuti.
Saranno attivati appositi progetti volti a promuovere stili di vita positivi, così da favorire la
formazione sociale e civica, la solidarietà, la sicurezza stradale e contrastare i fenomeni di varie
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dipendenze (alcolismo, tabagismo, sostanze psicotiche), delle patologie alimentari e delle forme di
dipendenza da gioco e sovraesposizione informatica.
6. NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
QUALITÀ, OCCUPABILITÀ, CENTRI PER L’IMPIEGO,
RICONVERSIONE ECOLOGICA E CREAZIONE DI NUOVA IMPRESA
La Provincia deve diventare il punto di incontro, dialogo ed iniziativa comune di tutte le forze
politiche, economiche e sociali per affrontare i problemi dell’economia e dell’impiego.
Di fronte alla crisi economico-produttiva in atto, insieme alla pratica della solidarietà civile è
necessario da un lato agire per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla vita delle persone e delle
famiglie; dall’altro avviare un nuovo orientamento che, facendo tesoro dell’esperienza, volga la
struttura produttiva del nostro territorio verso nuove mete, legate all’innovazione, alla qualità, alla
salvaguardia dell’ambiente.
Lo sviluppo del territorio non può più passare attraverso la crescita delle quantità. Va ricercato uno
sviluppo qualitativo che non può prescindere dal potenziale umano. Si impone perciò una politica
di ascolto nei confronti delle categorie economiche e sociali del territorio al fine di riuscire ad
attuare interventi mirati nel mondo del lavoro e della produzione.
Rispetto alle politiche per il lavoro, l’Ente Provincia ha deleghe importanti che deve sfruttare al
massimo. In generale occorre promuovere una moderna politica capace di coniugare flessibilità e
sicurezza (la cosiddetta flexicurity) per i lavoratori, soprattutto giovani, tramite accordi contrattuali
flessibili e affidabili, strategie di apprendimento lungo tutto l’arco della vita per adattarsi alle
necessità/opportunità del mercato, efficaci politiche attive nel mercato del lavoro e moderni sistemi
di sicurezza sociale per garantire la piena occupazione e combattere il precariato.
Su questa via, da un lato c’è bisogno di un adattamento più stringente del sistema educativo e
formativo alle offerte del mercato, dall’altro l’opportunità di fornire ai giovani disoccupati un
servizio su misura, percorsi personalizzati di tutoring e una corretta e tempestiva informazione su
opportunità formative e di lavoro.
Le giovani generazioni vanno incoraggiate anche alla mobilità geografica (tramite ad esempio il
servizio EURES e le misure previste nel piano d’azione per la mobilità professionale che mira in
particolare a facilitare la transizione dei giovani lavoratori dagli ambienti educativi e formativi al
mercato del lavoro). Andrà incoraggiato perciò l’uso del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 che
permetterà di finanziare una grande varietà di misure, quali ad esempio il counselling, l’uso delle
tecnologie dell’informazione e comunicazione e la collaborazione tra il settore privato, le autorità
locali e le università.
Per aumentare l’occupabilità la Provincia, come avviene ormai in tutta Europa, deve potenziare i
servizi informativi on-line a ciò predisposti, e sostenere tutti i soggetti che nel territorio vogliono
incrociare domanda e offerta di lavoro, nel rispetto delle diverse competenze specifiche. I Centri
per l’impiego (5 sedi con 50 dipendenti distribuiti su tutto il territorio provinciale), agganciati
sempre meglio al territorio attraverso il monitoraggio costante delle aziende oltre che con l’attività
di sportello, devono perciò fare rete con le agenzie per il lavoro e con tutti gli interventi delle
politiche del lavoro. Un obiettivo è farli diventare, sinergicamente con gli Enti di formazione, le
Organizzazioni sindacali e datoriali, i luoghi privilegiati per effettuare bilanci di competenze
individuali gratuiti in vista di un incrocio qualitativamente superiore tra domanda e offerta di
lavoro. Tali bilanci di competenze possono prevedere la partecipazione a corsi mirati di formazione
professionale per il potenziamento del proprio bagaglio di competenze in vista di una maggiore
occupabilità sul mercato del lavoro e la consulenza di un assistente al placement.
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Questo servizio a rete, con forte regia pubblica e quindi della Provincia, deve funzionare sia per
prevenire la disoccupazione di lunga durata che per abbreviare il più possibile i periodi di
disoccupazione di chi il lavoro lo ha perso soprattutto a causa di crisi o fallimenti aziendali. In
questo caso tale servizio diventa cruciale quando a perdere il lavoro sono gli over 50, con il loro
carico di debolezza sociale e professionale a causa di più acuti problemi di ricollocazione.
È necessario rafforzare anche culturalmente la sperimentazione e verifica di pratiche di
conciliazione che permettano alle donne lavoratrici e madri di vivere con maggior serenità la
propria occupazione e il lavoro di cura. L’inserimento nel mercato del lavoro delle giovani donne e
madri va accompagnato anche individuando interventi in collaborazione con le imprese che si
rendono disponibili a ricercare formule che facilitino l’inserimento delle donne nel mercato del
lavoro.
Vale la pena allargare le funzioni che la Provincia esercita in termini di politiche del lavoro, non
solo per il servizio di collocamento al lavoro dipendente, ma anche offrendo, in convenzione con gli
enti di formazione, gli enti datoriali e i soggetti che esercitano consulenza specializzata (accreditati
o accreditabili), un servizio di sostegno alla creazione d’impresa soprattutto per i giovani.
È necessario dare continuità al “Progetto Comidis” (lanciato recentemente) per un collocamento
obbligatorio dei soggetti svantaggiati rientranti nella L.68/99 che sia sempre più mirato secondo una
progettualità che garantisca il lavoratore e accompagni l’azienda e il lavoratore nell’inserimento.
Sarà strategico coordinare le politiche per l’impiego con quelle della formazione. Forte attenzione
andrà dedicata al futuro delle grandi imprese, come ad esempio Electrolux, per le quali bisognerà
mantenere in provincia di Pordenone un consistente radicamento che includa le funzioni di
direzione, R&S e, nella misura massima possibile, la manifattura. Si tratterà di favorire e monitorare
una più efficace capacità da parte del Polo tecnologico e dell'Università di interfacciarsi con le
imprese per progetti di trasferimento dell'innovazione nei processi produttivi e nei prodotti stessi
per garantire una nuova e stabile occupazione.
Di assoluto rilievo in questo quadro deve essere l’impegno dell’ente intermedio nell’ottica di una
riconversione ecologica del tessuto produttivo della nostra provincia, orizzonte indispensabile per
affrontare in modo strutturale l’attuale crisi, anche costruendo o sostenendo reti di economia
solidale.
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
TRASPORTO PUBBLICO, MOBILITÀ PULITA, INFRASTRUTTURE VIARIE
E TERRITORIO AD ALTA TECNOLOGIA DELL’INFORMAZIONE
La mobilità dei cittadini è un diritto e deve essere sostenibile sotto il profilo ambientale, economico
e della sicurezza. La provincia si farà perciò portavoce e coordinatrice delle esigenze delle
comunità locali in sede di redazione del Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale. Il PRTPL
deve servire a riequilibrare a favore della Destra Tagliamento la distribuzione delle risorse regionali
per:
incentivare l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini;
potenziare il trasporto urbano e migliorare ulteriormente la qualità dei mezzi pubblici, anche
rendendoli maggiormente adeguati alle persone diversamente abili;
potenziare le linee di trasporto extraurbano per dare un collegamento totale fra tutti i centri
della provincia con un aumento della frequenza e capillarità delle tratte di autobus e corriere;
avviare, anche tramite il cofinanziamento, programmi di ulteriore diffusione del trasporto
pubblico locale, aggiungendo risorse ai fondi trasferiti dalla Regione alla Provincia per
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pagare il costo dei servizi di trasporto flessibile a chiamata tanto rilevanti per anziani e
disabili, in particolare, ma non solo, nelle zone montane, in modo da garantire pari
opportunità ai territori;
sostenere la mobilità pubblica di lavoratori e pensionati al minino, anche attraverso adeguate
e maggiori politiche di riduzione dei costi, con particolare riguardo alla mobilità
giovanile/studentesca e quindi ai collegamenti verso le sedi scolastiche e universitarie;
concentrare l'attività della società pubblico gestore (A.T.A.P.) sul core business del trasporto
pubblico;
ridare nuova centralità alla ferrovia, ivi inclusa la Sacile-Gemona e la Casarsa-San Vito-
Portogruaro. Sono maturi i tempi per avviare la riflessione e la progettazione di una
metropolitana di superficie in connessione con la nostra regione e il Veneto.
La Provincia dovrà svolgere un ruolo centrale nella definizione di piani comunali del traffico
coordinati fra di loro (anche a livello interprovinciale) allo scopo di aumentare la scorrevolezza
della circolazione di merci e persone.
La Provincia sosterrà una “mobilità pulita” dei percorsi sostenibili scuola-lavoro quali i progetti
piedibus e ciclobus, incentivando piani intercomunali di piste ciclopedonali capaci di realizzare
nella ferialità quotidiana spostamenti in sicurezza per lavoratori e studenti e una mobilità capace di
coniugare tempo libero e turismo cittadino e ambientale. In questa direzione per una piena
valorizzazione va pensata anche la gestione consorziata tra Comuni, Provincia e Parco delle
Dolomiti Friulane della ex strada provinciale 251 della Valcellina. Insieme ad un piano per
finanziare un programma generale di viabilità ciclabile (in coerenza con il piano regionale della
viabilità ciclabile) occorre perciò un forte stimolo e un’azione di coordinamento degli interventi di
cucitura tra le reti comunali per la realizzazione di una rete unica ciclabile provinciale.
La comunità provinciale dei cittadini e delle imprese sollecita anche la realizzazione o il
completamento delle infrastrutture viarie, essenziali anche per il trasporto delle merci. Le
principali sono:
ristrutturazione in sede della SS 13 dal Tagliamento al Meschio;
circonvallazione sud di Pordenone (completamente finanziata dalla giunta Illy per 25
milioni);
circonvallazione di San Vito al Tagliamento (immediatamente cantierabile dato il
finanziamento di Provincia e Regione per un totale di 25 milioni);
completamento della Vivarina;
strada del mobile (completamente finanziata per oltre 50 milioni di euro dalla giunta Illy);
asse trasversale Pasiano-Azzano X;
prolungamento della bretella autostradale che dalla A 28 arriva alla zona industriale La
Croce di Vigonovo in direzione di San Giovanni di Polcenigo e di Fiaschetti; sistema di
adduzione del traffico da Sarone e Polcenigo in direzione della A 28;
via Maestra da Cordenons a Pordenone;
completamento della San Vito - Bannia;
realizzazione di rilievo strategico della Sequals - Gemona.
Laddove le comunità locali e le imprese ne sollecitino la realizzazione, la Provincia fornirà i
supporti tecnici e si adopererà per la ricerca dei finanziamenti. Tali opere dovranno essere
previste nei vari piani del traffico ed avere il parere vincolante delle varie amministrazioni locali. In
questa direzione si deve operare per:
- la riduzione significativa dei canoni per i passi carrai ad uso civile;
- il superamento del disagio causato dal passaggio a livello di Sacile nel contesto della
sistemazione della Pontebbana;
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- la realizzazione del sottopasso ferroviario di Pordenone tra Via Oberdan e via Candiani, del
costo di circa 10 milioni, opera essenziale per decongestionare la città e consentire di far
funzionare correttamente la stazione delle corriere, da poco trasferita proprio nel piazzale
davanti alla stazione ferroviaria;
- una semplificazione e riduzione dei costi generali, in accordo con i comuni, tramite
l’accentramento dei servizi per la manutenzione della segnaletica (da riqualificare) e dei
cigli stradali
Altri interventi potrebbero essere finalizzati a migliorare il trasporto urbano nell’area di Pordenone.
Nell’ottica della pari opportunità dei territori, particolare attenzione la Provincia dedicherà al
territorio montano, contribuendo alla messa in sicurezza delle strade che percorrono le valli
pordenonesi. Un serio ammodernamento, volto anche al risparmio di territorio e al miglior servizio
per i cittadini, non potrà prescindere anche dall’implemento di infrastrutture con l’accesso a internet
veloce. Gli investimenti enormi in banda larga fatti dalla regione durante l’amministrazione Illy per
portare le dorsali in ogni comune vanno ora sviluppati per portare la fibra ottica dalla centrale
Telecom agli armadi di ripartizione. L’obiettivo è fare della provincia di Pordenone un territorio
ad altissima intensità di Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).
Tutti i progetti relativi a grandi infrastrutture, che abbiano un impatto significativo sull’ambiente,
dovranno essere portati a un “Tavolo di concertazione ambientale”, dove valutare le alternative di
progettazione con il concorso dei portatori di interessi e delle comunità interessate.
Per tutto questo la Provincia si attiverà pertanto verso la Regione affinché a favore della Destra
Tagliamento (e non solo verso altri territori regionali) si avvii un programma di investimenti per
la mobilità con un apporto regionale di cinquanta milioni di euro l’anno per cinque anni.
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
SALUTE E SERVIZI NEL TERRITORIO, OSSERVATORIO SOCIALE, ABITARE
La Provincia deve svolgere un ruolo politico di primo piano per promuovere il consolidamento di
una offerta di servizi sanitari di alta qualità, compresa la piena valorizzazione di alcuni servizi
d’eccellenza localizzati nella nostra provincia come il CRO di Aviano ed il Centro per i disturbi
alimentari di San Vito. A difesa della qualità e del diritto individuale alla salute va affermato che le
prestazioni sanitarie degli ospedali pubblici debbono rimanere interamente pubbliche e che la cura
dei cittadini va inquadrata nel contesto complessivo dei servizi per la salute, evitando di
polarizzare risorse e strategie attorno alla sola organizzazione ospedaliera, dal momento che anche
gli ospedali sono tasselli da rendere sempre più organicamente collegati ai bisogni del territorio.
Occorre perciò potenziare la funzione di coordinamento della provincia (assolutamente carente in
questi anni) su tematiche socio-sanitarie trasversali a tutti i territori, utilizzando anche la leva della
formazione per produrre linguaggi comuni e sinergie tra i diversi soggetti coinvolti.
Per sviluppare un modello forte di welfare di comunità, occorre che la Provincia potenzi e finanzi di
più l’Osservatorio sociale provinciale, perché questo possa a sua volta promuovere e coordinare in
modo più efficace la nascita e il radicamento degli osservatori comunali e/o intercomunali. Questi
osservatori sono un potente strumento per studiare/leggere i bisogni sociali del territorio e quindi
progettare e attivare servizi in modo più partecipato e capillare tra Servizi sociali e associazioni del
privato sociale, oggi particolarmente diffuso su tutta la provincia. Il potenziamento dell’osservatorio
provinciale andrà a tutto vantaggio dei Piani di Zona socio-assistenziali, così come dei progetti
sperimentali già attivati nel settore della disabilità e delle fattorie sociali.
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Uno strumento innovativo per far fare un salto di qualità alle politiche sociali del territorio è quello
di promuovere, specialmente presso i Comuni, il Piano regolatore sociale attraverso il quale la
programmazione sociale fa sistema con l’urbanistica, l’organizzazione dei trasporti, ecc.
Il supporto sociale alla famiglia è un investimento necessario. La Provincia sosterrà le giovani
coppie che cercano di avviare una famiglia aiutandole nella ricerca di una casa che offra condizioni
economicamente sostenibili (convenzioni con le banche per mutui con tassi ribassati aperti a tutti i
residenti sul territorio). È evidente che si impone anche una modifica degli strumenti operativi al
fine di consentire all’ATER di gestire la sfida del “Piano nazionale di edilizia abitativa”. Ed è in
questo nuovo modello, sotto la regia della Regione e con la collaborazione delle Province, che le
ATER devono assumere un nuovo ruolo di braccio operativo dei Comuni e di erogatori privilegiati
di servizi abitativi a tutto campo, a partire dai soggetti più deboli. Questo è possibile non solo con
l’assunzione, verso corrispettivo, di incarichi di progettazione, esecuzione e gestione, con i Comuni
ed altri Enti Pubblici o Privati, tra cui le Università, ma soprattutto creando sistema e attivando vere
sinergie per creare un ufficio specifico finalizzato all’applicazione delle migliori tecniche di
risparmio energetico e un censimento di tutte le case e le costruzioni dimesse o abbandonate per
essere ristrutturate, evitando di occupare altre aree verdi, e privilegiando, al contrario, il recupero
dei centri storici.
9. FARE COMUNITA’
FAMIGLIA, SPORT, TERZO SETTORE E NUOVA CITTADINANZA ATTIVA
Il vero investimento per il futuro è rappresentato dalle relazioni umane. L’impoverimento del
sociale e della fiducia nelle relazioni, infatti, impoverisce anche la base dell’economia. Rinnovare
il nostro essere cittadini di un mondo che cambia è perciò la prospettiva aperta che richiede
l’impegno di tutti, nella legalità e nel sostegno reciproco.
La famiglia è alla base del nostro modello sociale e svolge spesso una funzione di supplenza nei
confronti di servizi pubblici insufficienti. È necessario migliorare la rete dei servizi pubblici ma è
utile anche aiutare direttamente le famiglie nello svolgimento di funzioni di utilità sociale. Questo è
ancora più importante nei casi di debolezza sociale. Cura degli anziani, dei disabili e dei bimbi in
età prescolare sono altrettanti campi in cui dispiegare tali politiche, anche con l’aiuto della
Provincia. Sarà opportuno, in particolare, sia nei territori meno collegati, sia in accordo con le
aziende (anche per le pari opportunità nei posti si lavoro), sulla scorta di altre esperienze
(tagesmutter), lo sforzo di attivazione delle forme di asilo domestico, al cui sviluppo la provincia
può contribuire anche con apposite proposte formative rivolte a garantire la qualità del servizio.
Al fine di permettere una miglior valutazione da parte di tutti i cittadini dell’operato condotto
dall’amministrazione provinciale, anche in un’ottica di promozione culturale e arricchimento
dell’analisi del lavoro svolto, si propone l’adozione del bilancio di genere, che permetta di condurre
l’analisi dell’impiego delle risorse pubbliche anche per quanto concerne i servizi alle donne.
Una riflessione e una pianificazione, in accordo con i comuni, andrà avviata anche per le strutture
adatte all’allungamento della vita, nella prospettiva di una terza età assistita a casa propria dai
servizi del territorio.
La qualità della vita in una società moderna si misura anche attraverso la quantità e la qualità della
diffusione delle pratiche sportive, soprattutto dilettantistiche, e la gestione del tempo libero. È per
questo che vanno sostenute tutte le attività sportive, nella consapevolezza che rappresentano una
opportunità educativa di primo piano, un modo per comunicare, per socializzare e per fare cultura.
In tale contesto la Provincia si dovrà fare carico anche del sostegno di alcune manifestazioni
sportive di particolare significato regionale, nazionale ed internazionale presenti sul territorio.
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Il potenziamento delle strutture sportive non deve mirare tanto a nuovi impianti sportivi a valenza
provinciale, bensì all’ammodernamento e recupero di quelli esistenti con una progettazione
complessiva che ponga al centro del territorio quelli più importanti.
Verso una nuova cittadinanza l’emigrazione e l’immigrazione sono grandi sfide di ieri, di oggi e
di domani per l’intera comunità provinciale. La Provincia deve svolgere un ruolo decisivo con
programmi di breve e di lungo periodo a sostegno dei nostri emigranti, in particolare per coloro che
rientrano. Nella consapevolezza che il tema della convivenza tra etnie e culture diverse sarà
costantemente all’ordine del giorno per i prossimi decenni, la Provincia opererà per accrescere le
opportunità di integrazione degli immigrati con la popolazione locale, anche promuovendo
occasioni di incontro interculturale. Particolare cura sarà riposta nel promuovere la formazione di
mediatori culturali e delle badanti. La Consulta provinciale per l’immigrazione verrà istituita con lo
scopo di coinvolgere e responsabilizzare le comunità straniere che vivono nel nostro territorio.
Le associazioni sono un vero capitale sociale che arricchisce il nostro territorio, nell’ottica della
partecipazione responsabile, dello scambio non monetizzabile e dell’integrazione dei servizi alla
persona. L’intero terzo settore (associazionismo, volontariato, cooperazione sociale) è dunque una
risorsa straordinaria da valorizzare, fornendo servizi di supporto e un adeguato riconoscimento
sociale, anche nella prospettiva della rigenerazione del tessuto sociale. Andrà perciò maggiormente
dispiegata, in una prospettiva di sostegno alla rete civica, la collaborazione con il Centro Servizi
Volontariato.
Un progetto che la Provincia potrebbe promuovere in modo sinergico con i comuni è la creazione di
una rete di Banche del tempo e delle competenze per attivare uno scambio non mercificato delle
prestazioni che i cittadini potrebbero liberamente scambiarsi per soddisfare i loro bisogni.
La solidarietà e l’auto-mutuo aiuto, come valori tradizionali della gente pordenonese,
dovranno essere sostenuti anche nella nascita e diffusione di reti sociali autorganizzate che
propongano un impegno attivo dei cittadini (quale ad esempio il sostegno reciproco in situazioni di
difficoltà socio-economiche e nel praticare modelli di consumo sostenibili). Un buon esempio da
implementare saranno in questo senso i GAS (Gruppi di acquisto solidale).
1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETÀ
Qualità della vita, cura del futuro, coesione sociale e legalità
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVER CURA DELL’UOMO
Meno rifiuti e meno costi, tutela di acqua e aria,
agricoltura come sistema, nuove energie e recupero del territorio
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
Formazione permanente, sostegno a scuole e associazioni, turismo
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
Scuola, Università, Progetti giovani e stili di vita
6. UN NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
Qualità, occupabilità, centri per l’impiego,
riconversione ecologica e creazione di nuova impresa
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
Trasporto pubblico, mobilità pulita, infrastrutture viarie
e territorio ad alta tecnologia dell’informazione
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
Salute e servizi nel territorio, osservatorio sociale, abitare
9. FARE COMUNITÀ
Famiglia, sport, terzo settore e nuova cittadinanza attiva
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1. LA PROVINCIA DI PORDENONE
IN UNA NUOVA OTTICA DI DECENTRAMENTO
A oltre quarant’anni dall’istituzione della provincia di Pordenone, si avverte la necessità di una
radicale ridefinizione dell’ente.
La Provincia rappresenta infatti un nodo irrisolto nel quadro delle istituzioni amministrative.
Storicamente le sue competenze sono state definite in via residuale dopo aver stabilito ciò che spetta
alla Regione e ciò che è di pertinenza dei Comuni.
Oggi, da un lato, le Province, nella loro aspirazione ad una forte rilegittimazione, rivendicano
competenze già attribuite alle Regioni, dimenticando che il rispetto del principio costituzionale di
sussidiarietà orizzontale imporrebbe che almeno parte di tali competenze non siano più esercitate da
alcun ente istituzionale.
D’altro canto, un sentire comune a vasti settori dell’opinione pubblica, appoggiato dai Comuni di
grandi e medie dimensioni, vorrebbe la completa abolizione delle Province, nel nome della
riduzione dei costi e dei livelli istituzionali: ciò, tuttavia, presupporrebbe una riforma costituzionale,
o almeno la capacità della Regione di ridisegnare forme di aggregazione tra Comuni, per la
pianificazione e il coordinamento dei servizi di area vasta.
In questo confronto tra posizioni diverse, decidere il cambiamento del ruolo e delle funzioni delle
province spetta inevitabilmente alle forze politiche, a livello nazionale e regionale; auspichiamo
perciò che venga superato l’atteggiamento contraddittorio che le guida e da cui deriva l’attuale
dannoso immobilismo.
In questa direzione e contro lo spreco di denaro pubblico, ci candidiamo perciò in modo chiaro e
forte a guidare un processo di rinnovamento del funzionamento operativo dell’ente. La Provincia
non è per noi un altro dispendioso e sovrapposto centro di iniziativa: il declino del paese infatti va
di pari passo con il parassitismo politico, fatto di clientele e spartizioni. Vogliamo pertanto
orientare le sue funzioni secondo il principio di sussidiarietà, attraverso il coordinamento e il
sostegno ai comuni e agli altri autentici soggetti sociali, economici e culturali del territorio che per
vicinanza e responsabilità possono essere meglio posti al servizio dei cittadini. Lo slogan che può
dunque sintetizzare questo impegno sarà “La provincia a servizio dei comuni”
Allo stato attuale, in ottica di decentramento e sussidiarietà, la provincia dovrà perciò modificare il
suo ruolo per divenire la sede della programmazione degli interventi di area vasta, rispondere
concretamente alle esigenze di sistema del nostro territorio, promuovere le forme più adatte di
collaborazione e di associazionismo tra i Comuni per darvi attuazione. In ciò avrà un ruolo decisivo
la piena valorizzazione delle competenze dimostrate dal personale dipendente.
In questa prospettiva, sarà suo compito:
• favorire e promuovere politiche di coordinamento, per fare sintesi di un territorio al passo
con i tempi e con le sfide proposte da un futuro sempre più dinamico e, per certi aspetti,
incerto;
• svolgere la funzione di regia e supporto per questioni che implicano l’azione coordinata di
più comuni. La partecipazione delle amministrazioni comunali e dei cittadini singoli o
associati alle scelte dell’amministrazione provinciale deve diventare una connotazione
costante della vita dell’ente. Per questo è utile introdurre la prassi del “bilancio partecipato”;
• assumere una forte funzione politica su tutte le questioni di area vasta, ancorché non
direttamente legate al mandato istituzionale. In questo senso l’attuale crisi economica induce
a ricercare nuovi strumenti e nuovi approcci allo sviluppo, da non legare ai soli indicatori
economici. La Regione e la Provincia, in sintonia con il Comune Capoluogo, devono essere
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i luoghi e gli interlocutori primari per affrontare le problematiche del territorio in un’ottica
di coordinamento e dialogo;
• favorire iniziative di collaborazione tra province, soprattutto in ambito regionale, e anche
con le amministrazioni provinciali contigue, con le quali ci legano consolidati rapporti
storici, economici e tradizionali (es. i Comuni del Veneto Orientale);
• promuovere il ruolo attivo del territorio in ordine alle politiche europee;
• portare il cittadino al centro delle scelte e ad un ruolo attivo in una visione moderna e aperta,
che pone alla base dell’operare l’attenzione ad ogni persona e al bene comune, alla qualità
della vita, all’ambiente, al lavoro, alla cultura e alla storia di un territorio.
Con questi obiettivi, dal punto di vista organizzativo riteniamo che progressivamente la Provincia
debba snellire il proprio apparato burocratico mantenendo solo quello strettamente necessario alle
funzioni di coordinamento flessibile, concreto e condiviso dell’area vasta, attivando gli strumenti di
partecipazione più idonei a dare voce al territorio e ai suoi cittadini e minimizzare gli sprechi.
La nostra azione per istituzioni gestite come buon esempio per la collettività sarà condotta su due
linee guida: sobrietà e merito. Sobrietà contro gli sprechi ingiusti, per un servizio pubblico che è
anzitutto rivolto ai cittadini, in particolare ai più bisognosi; moralità contro la politica intesa come
spartizione, clientele e favori che non rispettano il merito.
Per la moralizzazione della politica, la provincia si impegna a realizzare on-line un servizio di
anagrafe pubblica degli eletti, così da offrire ai cittadini elementi di conoscenza e valutazione sul
loro operato e sulle attività della Provincia, soprattutto nell'ottica di tutelare correttezza e
trasparenza amministrativa, assenza di conflitti d'interessi negli atti e nei comportamenti dei singoli
amministratori, potenziamento delle capacità di controllo dei cittadini sulle sue attività. Il forte
coinvolgimento e la partecipazione dei cittadini nella costruzione delle decisioni costituisce un
ulteriore impegno in direzione della moralizzazione politica.
La Provincia di Pordenone, la più giovane della Regione, è un crocevia di culture e di esperienze.
Nel nostro territorio si mescolano parlate venete e friulane e negli ultimi anni anche comunitarie ed
extracomunitarie. La spinta dell’immigrazione interna non è stata certo estranea al dinamismo e alla
stessa felice sorte industriale che ha affermato il nostro territorio a livello nazionale e internazionale
a partire dagli anni sessanta, con grosso vantaggio per tutta la regione. Essere crocevia è una risorsa
che chiede responsabilità.
Con l’orizzonte europeo di fronte, nuove sfide impegnative, stimolanti e innovative vengono dalla
spinta internazionale delle vicine Austria, Slovenia e Croazia e dalla collocazione di cerniera tra il
Friuli storico e il ricco ed industrioso Veneto. Perciò nel panorama regionale del FVG sarà
necessario per il nostro territorio un più ampio riconoscimento di ruolo economico e politico.
Il vasto ambito territoriale della montagna abbisogna di politiche nuove che, evitando
sovrapposizioni di compiti e sprechi, producano soluzioni adeguate. Soprattutto nel caso della
montagna, i problemi di un territorio non si risolvono con servizi e progetti gestiti da lontano. La
Provincia non deve dunque sostituire ma collaborare con la Comunità Montana, che è un soggetto
importante anche rispetto all’attivazione dei progetti per gli investimenti dei fondi europei, affinché
i problemi del territorio vengano affrontati concretamente e con un senso di prospettiva. Sprechi e
cattive gestioni quasi sempre non derivano dai contenitori in sé ma dalla loro organizzazione, che
deve essere rinnovata secondo criteri non solo di rappresentanza ma anche di efficienza e
progettualità. Auspichiamo dunque una nuova definizione del perimetro della C.M., fondato su
criteri non esclusivamente altimetrici. Proponiamo di affrontare nella collaborazione tra gli enti i
problemi strutturali della tutela ambientale, dello sghiaiamento a partire dall’alto, della sicurezza
della viabilità, del turismo, della connessione internet, della mobilità, dei servizi alla persona.
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2. SICUREZZA SOCIALE NELLA SOLIDARIETA’
QUALITÀ DELLA VITA, CURA DEL FUTURO, COESIONE SOCIALE E LEGALITÀ
Dare sicurezza sociale ai cittadini, alle famiglie e al mondo del lavoro è oggi una necessità per
garantire la qualità della vita. Questa sicurezza non si raggiunge agitando false paure o facendo
diventare la presenza degli stranieri (cresciuti di numero in modo certamente così rapido da
costituire un nodo sociale) l’unico problema della sicurezza, deviando così l’attenzione dall’origine
profonda dei problemi e dunque da metodi seri per affrontarli. Oggi il vero rischio è la perdita della
sicurezza sociale. La mancanza di lavoro, di futuro e il rischio povertà sono l’origine principale per
tutti, a partire dai giovani, di una crescente insicurezza, contro cui occorre intervenire. La sicurezza
dei cittadini, delle famiglie e delle imprese è l’imprescindibile condizione per la migliore
convivenza e il più accentuato progresso. Perciò la Provincia deve operare per garantire sicurezze
come:
• la certezza del posto di lavoro per garantire il reddito della propria famiglia;
• servizi sanitari, assistenziali e ospedalieri della massima qualità e della più tempestiva
disponibilità per la migliore condizione di salute;
• una elevata integrazione sociale ed etnica per offrire a tutti le migliori opportunità di crescita
individuale ed una coesione sociale;
• la cultura della legalità, della responsabilità, del rispetto e della tolleranza reciproci;
• la diffusione della cultura e della conoscenza (a cominciare dalla lingua italiana e dai
diritti/doveri della Costituzione validi per tutte/i anche per immigrate/i);
• la repressione dei reati e in genere delle pratiche illecite con la certezza della pena e delle
sanzioni.
Questi risultati si possono ottenere solo a partire dalla coesione e dalla solidarietà di tutti i cittadini,
la cui espressione deve essere in primo luogo in carico alle istituzioni. L’azione condivisa delle
istituzioni deve avere l’obiettivo di aumentare l’efficacia della capacità di prevenzione e di mettere
chi deve istituzionalmente svolgere compiti di controllo nelle condizioni di farlo, anche con un
adeguato sostegno economico, senza disperdere milioni di euro per creare nuovi organismi.
3. CUSTODIRE L’AMBIENTE PER AVERE CURA DELL’UOMO
MENO RIFIUTI E MENO COSTI, TUTELA DI ACQUA E ARIA,
AGRICOLTURA COME SISTEMA, NUOVE ENERGIE E RECUPERO DEL TERRITORIO
È il settore nel quale la Provincia gode da anni di poteri rilevanti. Nonostante questo, la raccolta e lo
smaltimento dei rifiuti urbani sono organizzati ancora in modo frammentato, con costi aggiuntivi
che gravano sui cittadini. Il problema va affrontato in primo luogo attivando una virtuosa e unitaria
politica dei comuni per la razionalizzazione delle raccolte differenziate, uniformando i sistemi di
raccolta, la riduzione della produzione di rifiuti e il più alto livello di differenziazione. Questo è un
compito primario della Provincia. Lo scopo è ridurre al minimo la frazione destinata a smaltimento.
Gli obiettivi operativi da raggiungere sono:
• aumentare la raccolta differenziata con il metodo porta a porta;
• ridurre i rifiuti da imballaggio; promuovere protocolli d’intesa con la grande distribuzione
per attivare nuovi sistemi di vendita al fine di diminuire gli imballaggi e quindi i rifiuti
• incentivare il compostaggio domestico;
• recuperare e riciclare le materie prime;
• promuovere il riuso e la commercializzazione dei prodotti derivati;
• sostenere/promuovere un sistema uniforme e trasparente di tariffazione (T.I.A.).
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La quantità di rifiuti prodotti nella nostra regione e le dimensioni territoriali suggeriscono di tendere
alla creazione di un ambito unico regionale per una gestione razionale, economica ed
ecocompatibile. È necessario, inoltre, giungere a standard omogenei sul metodo di raccolta
differenziata e sulla tariffazione. Con standard omogenei aumenta la conoscenza, la trasparenza ed
il controllo evitando cosi che si formino situazioni di privilegio o di monopolio. Si deve altresì
promuovere l’economicità dei servizi con soluzioni innovative ed in concorrenza tra loro così si
potrà veramente contenere i costi, riducendo i rifiuti da trattare con vera e sincera attenzione per la
salvaguarda del territorio e dell’ambiente.
La Provincia deve dotarsi perciò di un nuovo e credibile programma che, in un processo di
miglioramento continuo verso la progressiva riduzione della quantità di rifiuti da smaltire
(“Obiettivo Rifiuti Zero”) sia orientato alla massima trasparenza (anche attraverso un idoneo
Sistema Informativo Territoriale) per consentire ai cittadini di controllare i dati (costi e tariffe) ed il
livello di raggiungimento degli obiettivi. Va poi sollecitata la redazione di un nuovo piano
regionale, che sappia affrontare in modo ecocompatibile e sulla base delle più avanzate metodologie
il problema della residua frazione dei rifiuti, anche coordinando e mettendo a sistema, senza
aggiunte dispendiose, gli impianti già presenti sul territorio regionale.
L’acqua è uno dei beni più preziosi. La Provincia deve affiancare in modo cooperativo i comuni e
gli ATO allo scopo di favorire con ogni utile iniziativa politica, e anche con eventuali supporti
economici, una virtuosa politica del ciclo integrato delle acque. Rientra in tale quadro anche il
supporto alla nascita di una unica società di gestione pubblica per ciascun ambito operante sul
territorio. Predisporrà inoltre la mappatura per la valorizzazione e pubblicizzazione delle fontane
pubbliche naturali presenti sul territorio, la cui acqua è garantita potabile e costantemente
monitorata, al fine di incentivare l’utilizzo di risorse naturali a costo zero. La Provincia si farà parte
attiva nella stesura del nuovo Piano regionale di protezione delle acque, attivandosi anche per
avviare la già approvata bonifica e ricalibratura dell’amianto nel Cellina. Il completamento delle
opere intorno al serbatoio di Ravedis avrà ricadute anche sul piano turistico.
La Provincia solleciterà, infine, la redazione del Piano Regionale delle Attività Estrattive, previsto
dalla L.R. 35 del 1986 e mai predisposto, in cui prevedere, tra l’altro, un programma per il ripristino
delle capacità di invaso dei bacini montani (es. Barcis e Redona), in alternativa all’apertura di
nuove cave. Lo sghiaiamento dei fiumi, anche per la presenza di dighe, ha senso anzitutto a partire
dall’alto, mentre in pianura si deve operare per uno sghiaiamento mirato.
La Provincia si farà parte attiva nella stesura del Piano regionale di protezione dell’aria (Vedi
Deliberazione Giunta Regionale n. 537 del 12 marzo 2009 (BUR n. 5 del 30 marzo 2009) e redigerà
il Programma attuativo di competenza.
Per lo sviluppo dell’agricoltura si segnalano i seguenti aspetti:
• L’Amministrazione provinciale è stata per anni un valente punto di riferimento per gli
agricoltori pordenonesi. Oggi non lo è più. Qualche anno fa ha deciso di smantellare l’ex
ufficio agrario, senza accompagnare il processo aggregativo con Ersa e seguirne gli sviluppi,
preservare le professionalità costruite in anni di lavoro, oggi relegate a ruoli discutibili.
• L’agricoltura per l’economia pordenonese è una punta d’eccellenza e l’amministrazione
provinciale deve accompagnare le imprese che vogliono innovare sia in termini di processi
produttivi, di prodotti (bio energie), di servizi ai cittadini come l’agriturismo, le fattorie
sociali, gli agro asili, le vendite dirette, la manutenzione del territorio. La Provincia che noi
vogliamo deve aiutare le imprese agricole a vivere in pace con il proprio territorio di
riferimento, facendosi garante di regole omogenee che favoriscano la compresenza di
attività produttive agricole con gli insediamenti civili, che consentano loro la manutenzione,
che controlli l’avi fauna opportunista.
• L’agricoltura va aiutata a fare sistema con il turismo naturalistico, dei borghi rurali ed enogastronomico.
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La Provincia deve promuovere un uso razionale delle risorse energetiche con riduzione degli
sprechi e degli usi impropri, in primo luogo nella gestione del proprio patrimonio immobiliare. Il
passo successivo deve essere la promozione della massima diffusione di autoproduzione energetica,
quale solare fotovoltaico, solare termico, biomasse e mini idroelettrico.
La provincia punterà a:
• progetti e interventi sul proprio patrimonio immobiliare per migliorare le prestazioni
energetiche degli edifici, al fine di favorire il risparmio e lo sviluppo, la valorizzazione e
l’integrazione delle fonti rinnovabili, con conseguente diversificazione energetica;
• utilizzo nei futuri interventi edilizi dell’Ente (sia nuove costruzioni che ristrutturazioni) di
soluzioni sull’impiantistica, sul recupero delle acque e su altre attività che risultino utili nel
contesto della sostenibilità ambientale;
• promozione e sostegno alla diffusione di interventi volti a promuovere il risparmio
energetico, con sostegno alla certificazione energetica degli edifici, nonché l'utilizzo delle
fonti di energia rinnovabili, con campagne in-formative, a partire dalle scuole, volte a far
conoscere il valore del risparmio energetico.
Il territorio della nostra provincia è stato negli ultimi 15 anni intensamente urbanizzato, con nuove
costruzioni stradali, residenziali e industriali. Va limitata questa tendenza, prevedendo politiche di
recupero urbanistico che possano evitare ulteriore consumo del nostro territorio.
Coerentemente al profilo di una responsabilità di coordinamento dell’area vasta, la Provincia per
ogni piano o programma regionale avente impatto sull’ambiente, oltre alla piena realizzazione delle
previsioni normative per quanto attiene alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS), assume
come scelta strategica la metodologia di Agenda 21, allo scopo di coinvolgere il maggior numero di
portatori di interesse nella definizione delle scelte ambientalmente sostenibili, da intendersi anche
quale forma di consultazione prevista dalla Direttiva 42/2001/CE.
4. LA CULTURA A SERVIZIO DEL TERRITORIO
FORMAZIONE PERMANENTE, SOSTEGNO A SCUOLE E ASSOCIAZIONI, TURISMO
La nostra provincia si caratterizza per la ricchezza e la diffusione del proprio tessuto culturale, cui
partecipano sia le istituzioni degli enti locali che il composito mondo dell’associazionismo. Si tratta
di un elemento fondamentale per la coesione e la crescita civile e sociale del nostro territorio e
perciò di una risorsa in grado di assegnare un valore aggiunto al territorio. In considerazione di
questo fatto riteniamo che l’Amministrazione Provinciale debba caratterizzarsi quale soggetto che
valorizza e promuove questo prezioso patrimonio sociale, favorendone e sostenendone
l’attività e lo sviluppo, incentivando la creazione di servizi culturali in rete, portando a
maturazione le potenzialità delle tecnologie della comunicazione.
Il ruolo della provincia non è dunque quello di organizzare direttamente eventi culturali sul
territorio, in particolare del capoluogo e dei mandamenti, ma bensì di supportare sia
organizzativamente che finanziariamente gli enti locali minori e le strutture esistenti perseguendo
l’obiettivo di valorizzare quindi l’intero territorio, anche montano, e i contenitori culturali esistenti.
In questa direzione andrà assegnata grande importanza alla erogazione di servizi a sostegno delle
attività culturali, in modo particolare per:
operare e sostenere la formazione permanente quale requisito che valorizza il sapere come
patrimonio comune a tutte le età e a tutte le condizioni sociali;
favorire le produzioni culturali, in particolare quelle di valore più significativo, anche con
lo scopo di svolgere una adeguata e qualificata azione di supporto al marketing territoriale;
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promuovere la costituzione di una rete tra operatori e realtà culturali del territorio attraverso
la messa a disposizione e la gestione di servizi comuni e di coordinamento delle
manifestazioni culturali d’eccellenza anche ai fini della promozione turistica.
Assumerà perciò rilievo la Consulta provinciale della cultura, entro la quale definire un
programma pluriennale di interventi in grado di enfatizzare e aumentare la ricchezza delle
produzioni della destra Tagliamento, frutto dell’impegno di migliaia di operatori, per la quasi
totalità volontari.
Va inoltre valorizzato con adeguati programmi il patrimonio dei beni culturali (storico, artistico ed
ambientale) con:
- messa in rete, sostegno e coordinamento dei siti museali del territorio per favorire fruibilità
e funzionalità, migliorandone la promozione anche per il loro potenziale didattico e di
conoscenza della storia e della cultura del Friuli Venezia Giulia;
- elaborazione, in collaborazione con gli enti locali interessati, di progetti pilota del
patrimonio storico artistico, con azioni di marketing territoriale mirato ad evidenziare le
personalità di eccellenza della provincia;
- sostegno all’associazionismo storico-archeologico ed a quello ambientale.
Questa azione di valorizzazione andrà connessa con l’azione di promozione turistica, che dovrà
puntare su forme di turismo “dolce e sostenibile”, sfruttando da un lato le risorse naturalistiche,
dall’altro il patrimonio artistico minore e il turismo legato ai grandi eventi culturali
(Pordenonelegge, Giornate del Cinema Muto, Dedica, Folkest, Il volo del Jazz, ecc…). Lungo
questa filiera di rete territoriale trova senso il potenziamento delle “greenways” costituite dalla rete
di piste ciclabili e quello dell’offerta di ospitalità con l’albergo diffuso e gli agriturismi, così come
lo sviluppo delle potenzialità estive del comprensorio di Piancavallo.
Va sviluppato il filone dell’economia culturale anche attraverso la creazione di nuove figure
professionali, ad esempio l’attivazione di un corso di musica da film con il conservatorio di Udine
collegata con l’attività universitaria e con le Giornate del muto a partire dalle professionalità già
presenti nel pordenonese. Il ragionamento vale anche per la scuola di fumetto.
Va inoltre proposta una gestione coordinata dei teatri presenti in provincia, sia da un punto di
vista organizzativo (appalti di servizi, di forniture ecc.) sia da un punto di vista di offerta culturale,
caratterizzando ove possibile i diversi siti. Va inoltre ricercata una forma di gestione che tenda a
coinvolgere l’associazionismo del territorio evitando però sprechi economici.
In accordo con le scuole superiori la provincia dovrà farsi carico di:
- scegliere un impegno privilegiato di sostegno alle iniziative culturali-scientifiche che le
scuole esprimono, per una ulteriore qualificazione ed approfondimento dell’esperienza
formativa e della creatività giovanile;
- concordare (consulta provinciale) linee di utilizzo e sviluppo di qualificati spazi della
provincia quali l’Auditorium Concordia, il Centro Espositivo di Corso Garibaldi (a
Pordenone), Palazzo Altan (a San Vito).
Un capitolo a sé stante merita la questione dell’Archivio di Stato, oggi ospitato in maniera
inadeguata in un anonimo condominio di Pordenone. La Provincia deve farsi carico di reperire uno
spazio funzionale e dignitoso per accogliere e rendere maggiormente fruibile quello che, di fatto, è
l’archivio storico della provincia di Pordenone.
La Provincia si dovrà infine impegnare nella promozione della cultura della memoria storica,
della pace, della nonviolenza, e dunque della convivenza multietnica e multireligiosa che ne sono
la conseguenza. A livello emblematico di una partecipazione di Pordenone allo sviluppo e alla
solidarietà con il mondo, la Provincia promuoverà progetti di cooperazione decentrata con i paesi
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a maggiore presenza di immigrati nel nostro territorio, soprattutto nel campo del trasferimento di
tecnologie appropriate relativamente al solare, reti idriche, pozzi.
5. IL FUTURO DEI GIOVANI È IL NOSTRO FUTURO
SCUOLA, UNIVERSITÀ, PROGETTI GIOVANI E STILI DI VITA
Anche il futuro della Destra Tagliamento è legato a quello dei giovani, perché da essi dipende la
possibilità di dare una prospettiva a tutta la comunità, anche alle persone più anziane. Perciò si
dovranno attuare prioritariamente politiche in grado di assicurare a ciascuno dei nostri ragazzi il
massimo delle opportunità di crescita e di affermazione sociale e personale. Questo consisterà
anzitutto nella capacità di organizzare un sistema educativo, scolastico, di formazione
professionale e di alta formazione in grado di massimizzare le opportunità di ciascuno.
La provincia, attraverso l’impegno di proprie risorse di bilancio, dei propri servizi e lo sviluppo di
un’azione di coordinamento, si adopererà per sostenere l’offerta formativa ed educativa,
indiscriminatamente sottoposta al taglio dei finanziamenti ministeriali e del personale.
In tale quadro è essenziale un programma di ammodernamento, riqualificazione energetica e
ulteriore messa a norma degli edifici scolastici. Edifici efficienti produrranno risparmi da investire
in attività qualificanti.
Anche il Consorzio Universitario di Pordenone dovrà avere la giusta attenzione, al fine di:
connettere sempre meglio l’offerta universitaria con i bisogni del territorio;
curare e radicare i talenti offerti delle giovani generazioni.
Allo scopo di organizzare l’incontro di domanda e offerta di lavoro, il sistema educazione – scuola
– formazione professionale andrà coniugato costantemente con i servizi provinciali del lavoro e le
associazioni di categoria.
In un mondo diventato sempre più un mercato di opportunità, molte delle quali effimere e precarie,
occorre saper scegliere con discernimento. Ne consegue che bisogna investire per:
un orientamento sociale che consenta ai giovani di conoscere e sperimentarsi nelle diverse
forme di volontariato sociale e partecipazione, come apprendistato di una piena e moderna
cittadinanza attiva;
un orientamento professionale che significhi far conoscere le dinamiche del mercato del
lavoro e le sue vie di accesso, offrendo nel contempo strumenti ed occasioni di esplorazione
e valutazione delle proprie inclinazioni, capacità professionali e risorse personali.
Accanto alla prosecuzione delle linee di lavoro e del sostegno agli spazi di protagonismo giovanile
anche autogestiti nell’ambito dei c.d. Progetti Giovani, la Provincia deve dotarsi di un piano
triennale di propositi ed azioni per raggiungere gli obiettivi di Lisbona in materia di politiche per le
giovani generazioni, nonché di un sistema di partecipazione e consultazione che renda protagonista
la gioventù attraverso un apposito forum, come già avviene anche su scala nazionale.
Nel piano triennale, oltre alle misure volte alla crescita dei servizi in favore degli studenti, non
potranno mancare anche azioni di orientamento e scoperta delle potenzialità socio-culturaliricreative
presenti sul territorio, a ciò destinando l’istituzione di una “CartaGiovani” che garantisca
la possibilità ai giovani di accesso alle manifestazioni culturali a costi contenuti.
Saranno attivati appositi progetti volti a promuovere stili di vita positivi, così da favorire la
formazione sociale e civica, la solidarietà, la sicurezza stradale e contrastare i fenomeni di varie
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dipendenze (alcolismo, tabagismo, sostanze psicotiche), delle patologie alimentari e delle forme di
dipendenza da gioco e sovraesposizione informatica.
6. NUOVO SVILUPPO CON AL CENTRO LAVORO E FORMAZIONE
QUALITÀ, OCCUPABILITÀ, CENTRI PER L’IMPIEGO,
RICONVERSIONE ECOLOGICA E CREAZIONE DI NUOVA IMPRESA
La Provincia deve diventare il punto di incontro, dialogo ed iniziativa comune di tutte le forze
politiche, economiche e sociali per affrontare i problemi dell’economia e dell’impiego.
Di fronte alla crisi economico-produttiva in atto, insieme alla pratica della solidarietà civile è
necessario da un lato agire per ridurre al minimo gli effetti negativi sulla vita delle persone e delle
famiglie; dall’altro avviare un nuovo orientamento che, facendo tesoro dell’esperienza, volga la
struttura produttiva del nostro territorio verso nuove mete, legate all’innovazione, alla qualità, alla
salvaguardia dell’ambiente.
Lo sviluppo del territorio non può più passare attraverso la crescita delle quantità. Va ricercato uno
sviluppo qualitativo che non può prescindere dal potenziale umano. Si impone perciò una politica
di ascolto nei confronti delle categorie economiche e sociali del territorio al fine di riuscire ad
attuare interventi mirati nel mondo del lavoro e della produzione.
Rispetto alle politiche per il lavoro, l’Ente Provincia ha deleghe importanti che deve sfruttare al
massimo. In generale occorre promuovere una moderna politica capace di coniugare flessibilità e
sicurezza (la cosiddetta flexicurity) per i lavoratori, soprattutto giovani, tramite accordi contrattuali
flessibili e affidabili, strategie di apprendimento lungo tutto l’arco della vita per adattarsi alle
necessità/opportunità del mercato, efficaci politiche attive nel mercato del lavoro e moderni sistemi
di sicurezza sociale per garantire la piena occupazione e combattere il precariato.
Su questa via, da un lato c’è bisogno di un adattamento più stringente del sistema educativo e
formativo alle offerte del mercato, dall’altro l’opportunità di fornire ai giovani disoccupati un
servizio su misura, percorsi personalizzati di tutoring e una corretta e tempestiva informazione su
opportunità formative e di lavoro.
Le giovani generazioni vanno incoraggiate anche alla mobilità geografica (tramite ad esempio il
servizio EURES e le misure previste nel piano d’azione per la mobilità professionale che mira in
particolare a facilitare la transizione dei giovani lavoratori dagli ambienti educativi e formativi al
mercato del lavoro). Andrà incoraggiato perciò l’uso del Fondo Sociale Europeo 2007-2013 che
permetterà di finanziare una grande varietà di misure, quali ad esempio il counselling, l’uso delle
tecnologie dell’informazione e comunicazione e la collaborazione tra il settore privato, le autorità
locali e le università.
Per aumentare l’occupabilità la Provincia, come avviene ormai in tutta Europa, deve potenziare i
servizi informativi on-line a ciò predisposti, e sostenere tutti i soggetti che nel territorio vogliono
incrociare domanda e offerta di lavoro, nel rispetto delle diverse competenze specifiche. I Centri
per l’impiego (5 sedi con 50 dipendenti distribuiti su tutto il territorio provinciale), agganciati
sempre meglio al territorio attraverso il monitoraggio costante delle aziende oltre che con l’attività
di sportello, devono perciò fare rete con le agenzie per il lavoro e con tutti gli interventi delle
politiche del lavoro. Un obiettivo è farli diventare, sinergicamente con gli Enti di formazione, le
Organizzazioni sindacali e datoriali, i luoghi privilegiati per effettuare bilanci di competenze
individuali gratuiti in vista di un incrocio qualitativamente superiore tra domanda e offerta di
lavoro. Tali bilanci di competenze possono prevedere la partecipazione a corsi mirati di formazione
professionale per il potenziamento del proprio bagaglio di competenze in vista di una maggiore
occupabilità sul mercato del lavoro e la consulenza di un assistente al placement.
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Questo servizio a rete, con forte regia pubblica e quindi della Provincia, deve funzionare sia per
prevenire la disoccupazione di lunga durata che per abbreviare il più possibile i periodi di
disoccupazione di chi il lavoro lo ha perso soprattutto a causa di crisi o fallimenti aziendali. In
questo caso tale servizio diventa cruciale quando a perdere il lavoro sono gli over 50, con il loro
carico di debolezza sociale e professionale a causa di più acuti problemi di ricollocazione.
È necessario rafforzare anche culturalmente la sperimentazione e verifica di pratiche di
conciliazione che permettano alle donne lavoratrici e madri di vivere con maggior serenità la
propria occupazione e il lavoro di cura. L’inserimento nel mercato del lavoro delle giovani donne e
madri va accompagnato anche individuando interventi in collaborazione con le imprese che si
rendono disponibili a ricercare formule che facilitino l’inserimento delle donne nel mercato del
lavoro.
Vale la pena allargare le funzioni che la Provincia esercita in termini di politiche del lavoro, non
solo per il servizio di collocamento al lavoro dipendente, ma anche offrendo, in convenzione con gli
enti di formazione, gli enti datoriali e i soggetti che esercitano consulenza specializzata (accreditati
o accreditabili), un servizio di sostegno alla creazione d’impresa soprattutto per i giovani.
È necessario dare continuità al “Progetto Comidis” (lanciato recentemente) per un collocamento
obbligatorio dei soggetti svantaggiati rientranti nella L.68/99 che sia sempre più mirato secondo una
progettualità che garantisca il lavoratore e accompagni l’azienda e il lavoratore nell’inserimento.
Sarà strategico coordinare le politiche per l’impiego con quelle della formazione. Forte attenzione
andrà dedicata al futuro delle grandi imprese, come ad esempio Electrolux, per le quali bisognerà
mantenere in provincia di Pordenone un consistente radicamento che includa le funzioni di
direzione, R&S e, nella misura massima possibile, la manifattura. Si tratterà di favorire e monitorare
una più efficace capacità da parte del Polo tecnologico e dell'Università di interfacciarsi con le
imprese per progetti di trasferimento dell'innovazione nei processi produttivi e nei prodotti stessi
per garantire una nuova e stabile occupazione.
Di assoluto rilievo in questo quadro deve essere l’impegno dell’ente intermedio nell’ottica di una
riconversione ecologica del tessuto produttivo della nostra provincia, orizzonte indispensabile per
affrontare in modo strutturale l’attuale crisi, anche costruendo o sostenendo reti di economia
solidale.
7. CITTADINI COLLEGATI CON PRATICITÀ E RISPARMIO
TRASPORTO PUBBLICO, MOBILITÀ PULITA, INFRASTRUTTURE VIARIE
E TERRITORIO AD ALTA TECNOLOGIA DELL’INFORMAZIONE
La mobilità dei cittadini è un diritto e deve essere sostenibile sotto il profilo ambientale, economico
e della sicurezza. La provincia si farà perciò portavoce e coordinatrice delle esigenze delle
comunità locali in sede di redazione del Piano Regionale del Trasporto Pubblico Locale. Il PRTPL
deve servire a riequilibrare a favore della Destra Tagliamento la distribuzione delle risorse regionali
per:
incentivare l’uso dei mezzi pubblici da parte dei cittadini;
potenziare il trasporto urbano e migliorare ulteriormente la qualità dei mezzi pubblici, anche
rendendoli maggiormente adeguati alle persone diversamente abili;
potenziare le linee di trasporto extraurbano per dare un collegamento totale fra tutti i centri
della provincia con un aumento della frequenza e capillarità delle tratte di autobus e corriere;
avviare, anche tramite il cofinanziamento, programmi di ulteriore diffusione del trasporto
pubblico locale, aggiungendo risorse ai fondi trasferiti dalla Regione alla Provincia per
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pagare il costo dei servizi di trasporto flessibile a chiamata tanto rilevanti per anziani e
disabili, in particolare, ma non solo, nelle zone montane, in modo da garantire pari
opportunità ai territori;
sostenere la mobilità pubblica di lavoratori e pensionati al minino, anche attraverso adeguate
e maggiori politiche di riduzione dei costi, con particolare riguardo alla mobilità
giovanile/studentesca e quindi ai collegamenti verso le sedi scolastiche e universitarie;
concentrare l'attività della società pubblico gestore (A.T.A.P.) sul core business del trasporto
pubblico;
ridare nuova centralità alla ferrovia, ivi inclusa la Sacile-Gemona e la Casarsa-San Vito-
Portogruaro. Sono maturi i tempi per avviare la riflessione e la progettazione di una
metropolitana di superficie in connessione con la nostra regione e il Veneto.
La Provincia dovrà svolgere un ruolo centrale nella definizione di piani comunali del traffico
coordinati fra di loro (anche a livello interprovinciale) allo scopo di aumentare la scorrevolezza
della circolazione di merci e persone.
La Provincia sosterrà una “mobilità pulita” dei percorsi sostenibili scuola-lavoro quali i progetti
piedibus e ciclobus, incentivando piani intercomunali di piste ciclopedonali capaci di realizzare
nella ferialità quotidiana spostamenti in sicurezza per lavoratori e studenti e una mobilità capace di
coniugare tempo libero e turismo cittadino e ambientale. In questa direzione per una piena
valorizzazione va pensata anche la gestione consorziata tra Comuni, Provincia e Parco delle
Dolomiti Friulane della ex strada provinciale 251 della Valcellina. Insieme ad un piano per
finanziare un programma generale di viabilità ciclabile (in coerenza con il piano regionale della
viabilità ciclabile) occorre perciò un forte stimolo e un’azione di coordinamento degli interventi di
cucitura tra le reti comunali per la realizzazione di una rete unica ciclabile provinciale.
La comunità provinciale dei cittadini e delle imprese sollecita anche la realizzazione o il
completamento delle infrastrutture viarie, essenziali anche per il trasporto delle merci. Le
principali sono:
ristrutturazione in sede della SS 13 dal Tagliamento al Meschio;
circonvallazione sud di Pordenone (completamente finanziata dalla giunta Illy per 25
milioni);
circonvallazione di San Vito al Tagliamento (immediatamente cantierabile dato il
finanziamento di Provincia e Regione per un totale di 25 milioni);
completamento della Vivarina;
strada del mobile (completamente finanziata per oltre 50 milioni di euro dalla giunta Illy);
asse trasversale Pasiano-Azzano X;
prolungamento della bretella autostradale che dalla A 28 arriva alla zona industriale La
Croce di Vigonovo in direzione di San Giovanni di Polcenigo e di Fiaschetti; sistema di
adduzione del traffico da Sarone e Polcenigo in direzione della A 28;
via Maestra da Cordenons a Pordenone;
completamento della San Vito - Bannia;
realizzazione di rilievo strategico della Sequals - Gemona.
Laddove le comunità locali e le imprese ne sollecitino la realizzazione, la Provincia fornirà i
supporti tecnici e si adopererà per la ricerca dei finanziamenti. Tali opere dovranno essere
previste nei vari piani del traffico ed avere il parere vincolante delle varie amministrazioni locali. In
questa direzione si deve operare per:
- la riduzione significativa dei canoni per i passi carrai ad uso civile;
- il superamento del disagio causato dal passaggio a livello di Sacile nel contesto della
sistemazione della Pontebbana;
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- la realizzazione del sottopasso ferroviario di Pordenone tra Via Oberdan e via Candiani, del
costo di circa 10 milioni, opera essenziale per decongestionare la città e consentire di far
funzionare correttamente la stazione delle corriere, da poco trasferita proprio nel piazzale
davanti alla stazione ferroviaria;
- una semplificazione e riduzione dei costi generali, in accordo con i comuni, tramite
l’accentramento dei servizi per la manutenzione della segnaletica (da riqualificare) e dei
cigli stradali
Altri interventi potrebbero essere finalizzati a migliorare il trasporto urbano nell’area di Pordenone.
Nell’ottica della pari opportunità dei territori, particolare attenzione la Provincia dedicherà al
territorio montano, contribuendo alla messa in sicurezza delle strade che percorrono le valli
pordenonesi. Un serio ammodernamento, volto anche al risparmio di territorio e al miglior servizio
per i cittadini, non potrà prescindere anche dall’implemento di infrastrutture con l’accesso a internet
veloce. Gli investimenti enormi in banda larga fatti dalla regione durante l’amministrazione Illy per
portare le dorsali in ogni comune vanno ora sviluppati per portare la fibra ottica dalla centrale
Telecom agli armadi di ripartizione. L’obiettivo è fare della provincia di Pordenone un territorio
ad altissima intensità di Tecnologia dell’Informazione e della Comunicazione (ICT).
Tutti i progetti relativi a grandi infrastrutture, che abbiano un impatto significativo sull’ambiente,
dovranno essere portati a un “Tavolo di concertazione ambientale”, dove valutare le alternative di
progettazione con il concorso dei portatori di interessi e delle comunità interessate.
Per tutto questo la Provincia si attiverà pertanto verso la Regione affinché a favore della Destra
Tagliamento (e non solo verso altri territori regionali) si avvii un programma di investimenti per
la mobilità con un apporto regionale di cinquanta milioni di euro l’anno per cinque anni.
8. ATTENTI AI BISOGNI CON SANITÀ PUBBLICA E SERVIZI SOCIALI
SALUTE E SERVIZI NEL TERRITORIO, OSSERVATORIO SOCIALE, ABITARE
La Provincia deve svolgere un ruolo politico di primo piano per promuovere il consolidamento di
una offerta di servizi sanitari di alta qualità, compresa la piena valorizzazione di alcuni servizi
d’eccellenza localizzati nella nostra provincia come il CRO di Aviano ed il Centro per i disturbi
alimentari di San Vito. A difesa della qualità e del diritto individuale alla salute va affermato che le
prestazioni sanitarie degli ospedali pubblici debbono rimanere interamente pubbliche e che la cura
dei cittadini va inquadrata nel contesto complessivo dei servizi per la salute, evitando di
polarizzare risorse e strategie attorno alla sola organizzazione ospedaliera, dal momento che anche
gli ospedali sono tasselli da rendere sempre più organicamente collegati ai bisogni del territorio.
Occorre perciò potenziare la funzione di coordinamento della provincia (assolutamente carente in
questi anni) su tematiche socio-sanitarie trasversali a tutti i territori, utilizzando anche la leva della
formazione per produrre linguaggi comuni e sinergie tra i diversi soggetti coinvolti.
Per sviluppare un modello forte di welfare di comunità, occorre che la Provincia potenzi e finanzi di
più l’Osservatorio sociale provinciale, perché questo possa a sua volta promuovere e coordinare in
modo più efficace la nascita e il radicamento degli osservatori comunali e/o intercomunali. Questi
osservatori sono un potente strumento per studiare/leggere i bisogni sociali del territorio e quindi
progettare e attivare servizi in modo più partecipato e capillare tra Servizi sociali e associazioni del
privato sociale, oggi particolarmente diffuso su tutta la provincia. Il potenziamento dell’osservatorio
provinciale andrà a tutto vantaggio dei Piani di Zona socio-assistenziali, così come dei progetti
sperimentali già attivati nel settore della disabilità e delle fattorie sociali.
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Uno strumento innovativo per far fare un salto di qualità alle politiche sociali del territorio è quello
di promuovere, specialmente presso i Comuni, il Piano regolatore sociale attraverso il quale la
programmazione sociale fa sistema con l’urbanistica, l’organizzazione dei trasporti, ecc.
Il supporto sociale alla famiglia è un investimento necessario. La Provincia sosterrà le giovani
coppie che cercano di avviare una famiglia aiutandole nella ricerca di una casa che offra condizioni
economicamente sostenibili (convenzioni con le banche per mutui con tassi ribassati aperti a tutti i
residenti sul territorio). È evidente che si impone anche una modifica degli strumenti operativi al
fine di consentire all’ATER di gestire la sfida del “Piano nazionale di edilizia abitativa”. Ed è in
questo nuovo modello, sotto la regia della Regione e con la collaborazione delle Province, che le
ATER devono assumere un nuovo ruolo di braccio operativo dei Comuni e di erogatori privilegiati
di servizi abitativi a tutto campo, a partire dai soggetti più deboli. Questo è possibile non solo con
l’assunzione, verso corrispettivo, di incarichi di progettazione, esecuzione e gestione, con i Comuni
ed altri Enti Pubblici o Privati, tra cui le Università, ma soprattutto creando sistema e attivando vere
sinergie per creare un ufficio specifico finalizzato all’applicazione delle migliori tecniche di
risparmio energetico e un censimento di tutte le case e le costruzioni dimesse o abbandonate per
essere ristrutturate, evitando di occupare altre aree verdi, e privilegiando, al contrario, il recupero
dei centri storici.
9. FARE COMUNITA’
FAMIGLIA, SPORT, TERZO SETTORE E NUOVA CITTADINANZA ATTIVA
Il vero investimento per il futuro è rappresentato dalle relazioni umane. L’impoverimento del
sociale e della fiducia nelle relazioni, infatti, impoverisce anche la base dell’economia. Rinnovare
il nostro essere cittadini di un mondo che cambia è perciò la prospettiva aperta che richiede
l’impegno di tutti, nella legalità e nel sostegno reciproco.
La famiglia è alla base del nostro modello sociale e svolge spesso una funzione di supplenza nei
confronti di servizi pubblici insufficienti. È necessario migliorare la rete dei servizi pubblici ma è
utile anche aiutare direttamente le famiglie nello svolgimento di funzioni di utilità sociale. Questo è
ancora più importante nei casi di debolezza sociale. Cura degli anziani, dei disabili e dei bimbi in
età prescolare sono altrettanti campi in cui dispiegare tali politiche, anche con l’aiuto della
Provincia. Sarà opportuno, in particolare, sia nei territori meno collegati, sia in accordo con le
aziende (anche per le pari opportunità nei posti si lavoro), sulla scorta di altre esperienze
(tagesmutter), lo sforzo di attivazione delle forme di asilo domestico, al cui sviluppo la provincia
può contribuire anche con apposite proposte formative rivolte a garantire la qualità del servizio.
Al fine di permettere una miglior valutazione da parte di tutti i cittadini dell’operato condotto
dall’amministrazione provinciale, anche in un’ottica di promozione culturale e arricchimento
dell’analisi del lavoro svolto, si propone l’adozione del bilancio di genere, che permetta di condurre
l’analisi dell’impiego delle risorse pubbliche anche per quanto concerne i servizi alle donne.
Una riflessione e una pianificazione, in accordo con i comuni, andrà avviata anche per le strutture
adatte all’allungamento della vita, nella prospettiva di una terza età assistita a casa propria dai
servizi del territorio.
La qualità della vita in una società moderna si misura anche attraverso la quantità e la qualità della
diffusione delle pratiche sportive, soprattutto dilettantistiche, e la gestione del tempo libero. È per
questo che vanno sostenute tutte le attività sportive, nella consapevolezza che rappresentano una
opportunità educativa di primo piano, un modo per comunicare, per socializzare e per fare cultura.
In tale contesto la Provincia si dovrà fare carico anche del sostegno di alcune manifestazioni
sportive di particolare significato regionale, nazionale ed internazionale presenti sul territorio.
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Il potenziamento delle strutture sportive non deve mirare tanto a nuovi impianti sportivi a valenza
provinciale, bensì all’ammodernamento e recupero di quelli esistenti con una progettazione
complessiva che ponga al centro del territorio quelli più importanti.
Verso una nuova cittadinanza l’emigrazione e l’immigrazione sono grandi sfide di ieri, di oggi e
di domani per l’intera comunità provinciale. La Provincia deve svolgere un ruolo decisivo con
programmi di breve e di lungo periodo a sostegno dei nostri emigranti, in particolare per coloro che
rientrano. Nella consapevolezza che il tema della convivenza tra etnie e culture diverse sarà
costantemente all’ordine del giorno per i prossimi decenni, la Provincia opererà per accrescere le
opportunità di integrazione degli immigrati con la popolazione locale, anche promuovendo
occasioni di incontro interculturale. Particolare cura sarà riposta nel promuovere la formazione di
mediatori culturali e delle badanti. La Consulta provinciale per l’immigrazione verrà istituita con lo
scopo di coinvolgere e responsabilizzare le comunità straniere che vivono nel nostro territorio.
Le associazioni sono un vero capitale sociale che arricchisce il nostro territorio, nell’ottica della
partecipazione responsabile, dello scambio non monetizzabile e dell’integrazione dei servizi alla
persona. L’intero terzo settore (associazionismo, volontariato, cooperazione sociale) è dunque una
risorsa straordinaria da valorizzare, fornendo servizi di supporto e un adeguato riconoscimento
sociale, anche nella prospettiva della rigenerazione del tessuto sociale. Andrà perciò maggiormente
dispiegata, in una prospettiva di sostegno alla rete civica, la collaborazione con il Centro Servizi
Volontariato.
Un progetto che la Provincia potrebbe promuovere in modo sinergico con i comuni è la creazione di
una rete di Banche del tempo e delle competenze per attivare uno scambio non mercificato delle
prestazioni che i cittadini potrebbero liberamente scambiarsi per soddisfare i loro bisogni.
La solidarietà e l’auto-mutuo aiuto, come valori tradizionali della gente pordenonese,
dovranno essere sostenuti anche nella nascita e diffusione di reti sociali autorganizzate che
propongano un impegno attivo dei cittadini (quale ad esempio il sostegno reciproco in situazioni di
difficoltà socio-economiche e nel praticare modelli di consumo sostenibili). Un buon esempio da
implementare saranno in questo senso i GAS (Gruppi di acquisto solidale).
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