Sig. SINDACO del Comune di
Fontanafredda
p.c.Capigruppo Consiliari
Fontanafredda
Fontanafredda, 22/03/2010
INTERROGAZIONE URGENTE da presentare al primo Consiglio Comunale utile.
A fine anno, in un discorso ai cittadini, il Sindaco comunica alla stampa, prima che al Consiglio Comunale, la sua intenzione di costituire un “Fondo sociale” “aperto e svincolato dalla burocrazia” che sia di “facile fruizione” per i lavoratori del Comune che risentono della grave crisi occupazionale. Da quello che si evince da quella comunicazione, il fondo dovrebbe essere alimentato da contributi pubblici e privati e l’affidamento della gestione del fondo sarebbe da affidarsi ad una Associazione. Il Sindaco sempre dai giornali, si appella perché tutti contribuiscano a questa iniziativa.
Siamo a marzo, la crisi ancora si sente e molte famiglie si trovano tuttora in grave difficoltà. Non ci risulta invece di aver visto un seguito concreto a questa proposta.
Pur volendo apprezzare le buone intenzioni dell’annuncio, in mancanza di seguito all’idea, urge la necessità di richiedere chiarimenti sul tema e formulare alcune riflessioni:
- Premesso, in via generale, che sarebbe auspicabile per i lavoratori in difficoltà poter accedere a dei “diritti” eguali per tutti anziché a della “carità istituzionalizzata”;
- Considerato tuttavia che il protrarsi della crisi e la veloce erosione della cassa integrazione, danno consistenza alla nascita di altri strumenti di emergenza gestiti anche dall’ente locale;
- Dato atto che la soglia della povertà si sta alzando e coinvolge un sempre crescente numero di cittadini, di qui un innalzamento del valore minimo ISEE a 15.000 €;
- Visti i vincoli di bilancio e la penuria di fondi è necessario rendere più responsabile ed oculata l’azione amministrativa dei sindaci;
- Ritenuto che l’iniziativa enunciata possa essere di interesse e di utilità per la nostra comunità nonché pienamente condivisibile dalla nostra coalizione;
si chiede al Sindaco
- se l’idea del Fondo Sociale sia stata una “favola” per alleviare le preoccupazioni delle famiglie in periodo natalizio o se si intenda seriamente proseguire su questa strada;
- se si pensa ad un percorso costruttivo, come si ritenga di portarlo avanti. Proponiamo di costituire da subito un gruppo di lavoro consiliare per giungere velocemente ad una rapida definizione dell’iniziativa e della sua regolamentazione.
Molte infatti sono le domande aperte:
- Se il fondo dovrà contare su contributi pubblici e privati, che caratteristiche giuridiche dovrà avere? Forse una ONLUS?
- Su quali capitoli di bilancio si andrà a pesare?
- Quale regolamento dovrà avere?
- Con quali regole e regime fiscale si potranno ricevere i contributi dei privati ?
- Quanto e come interverranno gli amministratori pubblici con proprie disponibilità?
- Chi sarà il gestore del fondo e quali caratteristiche dovrà avere?
Suggeriamo altresì, da subito, alcune proposte:
- per reperire più risorse dal bilancio pubblico, mettere in atto tutte quelle iniziative atte a migliorare i controlli dei costi e al recupero dei risarcimenti danni laddove possibili. Esempi: migliori controlli sul calcolo degli oneri di urbanizzazione delle zone C dove l’Amministrazione accetta pedissequamente i conteggi delle immobiliari; maggiori controlli sulla buona esecuzione di lavori appaltati dall’ente pubblico e sulla rispondenza dei materiali ai capitolati d’appalto; attivare tutte le forme legali di risarcimento dei danni quando provocati da progettazioni e da esecuzioni carenti, esattamente come farebbe un privato;
- porre più attenzione alla valenza delle contribuzioni pubbliche date alle associazioni, o almeno a quelle più consistenti. Un fondo per le famiglie dovrebbe valere più di una superficiale festa dell’acqua …
- perché anche i cittadini aderiscano, occorre dare l’esempio: esistono diversi casi in Italia in cui gli amministratori rinunciano alle loro indennità a favore del bilancio comunale e recentemente anche un programma televisivo ne ha parlato. Perché non iniziare proprio da qui, dalla rinuncia alle somme percepite da sindaco, assessori e presidente del consiglio a favore delle casse comunali per poi finanziare il fondo. Un calcolo approssimativo potrebbe portare sicuramente ad accantonamenti di almeno 7.000 € al mese, il che significa ca. 84.000 € all’anno.
Rimaniamo in attesa di una concreta e sollecita risposta perché lo chiedono i nostri concittadini che non possono rinviare le scadenze e le difficoltà in cui si trovano e pretendono da noi tutti serietà e coerenza. Da Natale siamo a Pasqua: mentre auspichiamo di abbattere la famigerata burocrazia rischiamo di morire di inedia.
Partito Democratico – Franco Anese
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